Volume 2

Edizione Giuntina
    ch'e' fece nel resuscitar un putto che era morto cadendo da un
    verone, coll'apparire in aria. Et in questa storia ritrasse Giotto suo
    maestro, Dante poeta e Guido Cavalcanti - altri dicano se stesso. Per
    la detta chiesa fece ancora in diversi luoghi molte figure, che si cono-
5   scono dai pittori alla maniera. Alla Compagnia del Tempio dipinse il
    tabernacolo che è in sul canto della via del Crocifisso, dentrovi un
    bellissimo Deposto di croce. Nel chiostro di Santo Spirito lavorò
    due storie negl'archetti allato al capitolo, nell'uno de' quali fece
    quando Giuda vende Cristo e nell'altro la cena ultima che fece con
10   gl'Apostoli. E nel medesimo convento, sopra la porta del refettorio,
    dipinse un Crucifisso et alcuni Santi che fanno conoscer, fra gl'altri
    che quivi lavorarono, che egli fu veramente imitator della maniera
    di Giotto, da lui avuta sempre in grandissima venerazione. Dipinse in
    S. Stefano del Ponte Vecchio la tavola e la predella dell'altar maggiore
15   con gran diligenza, e nell'oratorio di S. Michele in Orto lavorò molto
    bene in una tavola un Cristo morto che dalle Marie è pianto e da
    Nicodemo riposto nella sepoltura molto divotamente. Nella chiesa
    de' Frati de' Servi dipinse la capella di S. Nicolò, di quegli dal Palagio,
    con istorie di quel Santo, dove con ottimo giudizio e grazia per una
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Edizione Torrentiniana
20   che e' fece, cadendo un fanciullo da un verone e morendo sùbito, e Santo
    Francesco in aria apparendogli lo risùcita. Et in questa storia ritrasse
    Giotto suo maestro, Dante Alighieri e Guido Cavalcanti, de' quali sem-
    pre fu amicissimo. Per la detta chiesa fece ancora in diversi luoghi molte
    figure che si riconoscono dagli artefici, et alla Compagnia del Tempio il
25   tabernacolo in sul canto della via del Crocifisso, nel quale dipinse un
    bellissimo Deposto di croce. Nel chiostro di Santo Spirito lavorò due sto-
    rie negli archetti allato al capitolo, molto ben coloriti, ne l'uno de' quali
    fece quando Giuda vende Cristo e nell'altro figurò la cena degli Apo-
    stoli. E nel medesimo luogo, sopra la porta del refettorio, dipinse un Cro-
30   cifisso con alcuni Santi faccendo conoscere, agli altri che quivi lavora-
    rono, in tale arte sé essere de' veri e buoni imitatori della maniera
    di Giotto, avuta da lui in grandissima venerazione. Dipinse a Santo
    Stefano del Ponte Vecchio la tavola e la predella dello altare maggiore
    con grandissima diligenzia, e nello oratorio de San Michele in Orto la-
35   vorò molto bene una tavola d'un Cristo morto che dalle Marie è pianto
    e da Nicodemo riposto nella sepoltura molto devotamente. Nella chiesa
    de' Frati de' Servi dipinse la capella di San Nicolò, di quegli del Pala-
    gio, con istorie di quel Santo, dove con ottimo giudizio e grazia per una
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