Volume 2

Edizione Giuntina
    Visse ne' medesimi tempi di Stefano con assai buon nome Ugo-
    lino pittore sanese, suo amicissimo, il quale fece molte tavole e cap-
    pelle per tutta Italia, se ben tenne sempre in gran parte la maniera
    greca come quello che, invec[c]hiato in essa, aveva voluto sempre
5   per una certa sua caparbità tenere più tosto la maniera di Cimabue
    che quella di Giotto, la quale era in tanta venerazione. È opera dun-
    que d'Ugolino la tavola dell'altar maggiore di Santa Croce in campo
    tutto d'oro, et una tavola ancora che stette molti anni all'altar mag-
    giore di Santa Maria Novella, e che oggi è nel Capitolo dove la na-
10   zione spagnola fa ogni anno solennissima festa il dì di San Iacopo et
    altri suoi uffizii e mortorii. Oltre a queste fece molte altre cose con
    bella pratica, senza uscire però punto della maniera del suo maestro.
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Edizione Torrentiniana
   
UGOLINO
   
PITTOR SANESE.
15   Fu felicissima l'età di Giotto per tutti coloro che dipingevano, perché in
    quella i popoli tirati dalla novità e dalla vaghezza dell'arte che già era ri-
    dotta dagli artefici in maggior grado, avendo le Religioni di San Dome-
    nico e di San Francesco finito di fabricare le muraglie de' conventi e
    delle chiese loro et in quelle predicando del continovo, tiravano con le
20   predicazioni a la cristiana fede et a la buona vita i cuori indurati
    nelle male opere e quegli esortavano ad onorare i Santi di Gesù, di
    sorte che ogni dì si fabricavano cappelle e dagli idioti sifacevano dipigne-
    re per desiderio di giugnere in paradiso: e così costoro col muovere
    gl'intelletti ignoranti degli uomini, acomodavano le chiese loro con bel-
25   lissimo ornamento. Per questo Ugolino sanese pittore fece moltissime
    tavole et infinite cappelle per tutta Italia, tenendo ancora gran parte
    della maniera greca come già vecchio in essa, et ancora che fosse ve-
    nuto Giotto, nondimeno aveva come caparbio e duro la maniera di
    Cimabue in grandissima venerazione più che quella che usò Giotto;
30   come nell'opere di Ugolino fanno fede in Siena le tavole lavorate da
    lui, e similmente in Fiorenza la tavola di Santa Croce allo altar mag-
    giore in campo tutto d'oro, et in Santa Maria Novella un'altra ta-
    vola della medesima maniera, che già molti anni stette a lo altare della
    cappella maggiore et oggi è posta nel Capitolo e data alla nazio-
35   ne spagnuola per far quivi la festa di Santo Iacopo.
    Dipinse costui molte tavole grandi per la Italia, e di queste la maggior
    parte a la foggia medesima, e molte ancora fuori de la Italia, finite tutte
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