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di neri e bianchi e talvolta di rossi, dal tiglio e dalla grana di |
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quella comunemente detta granito, della quale si truova nello Egitto |
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saldezze grandissime e da cavarne altezze incredibili, come oggi si |
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veggono in Roma negli obelischi, aguglie, piramidi, colonne et in |
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que' grandissimi vasi de' bagni che abbiamo a San Piero in Vincola et |
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a San Salvatore del Lauro et a San Marco, et in colonne quasi infinite |
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che per la durezza e saldezza loro non hanno temuto fuoco né ferro, |
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et il tempo istesso che tutte le cose caccia a terra non solamente non |
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le ha distrutte, ma né pur cangiato loro il colore. E per questa cagione |
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gli Egizzii se ne servivano per i loro morti, scrivendo in queste aguglie, |
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coi caratteri loro strani, la vita de' grandi per mantener la memoria |
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della nobiltà e virtù di quegli. |
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Venivane d'Egitto medesimamente d'una altra ragione bigio, il qua- |
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le trae più in verdiccio i neri et i picchiati bianchi, molto duro cer- |
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tamente, ma non sì che i nostri scarpellini per la fabrica di San Pietro |
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non abbiano, delle spoglie che hanno trovato messe in opera, fatto sì |
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che, con le tempere de' ferri che ci sono al presente, hanno ridotto |
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le colonne e l'altre cose a quella sottigliezza ch'ànno voluto e datoli |
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bellissimo pulimento come al porfido. Di questo granito bigio è dotata |