Volume 1

Edizione Giuntina
    sì orribile crudeltà nella persona della figliuola, ché così pareva che a
    padre si convenisse. Molte altre cose ancora rimasero di sua arte
    le quali lungo tempo fecero fede della eccellenzia dello ingegno e della
    mano di lui, come fu un Polifemo, in una picciola tavoletta, che dor-
5   me; del quale volendo che si conoscesse la lunghezza, dipinse ap-
    presso alcuni satiri che con la verga loro gli misuravano il dito grosso
    della mano. Et insomma in tutte l'opere di questo artefice sempre
    s'intendeva molto più di quello che nella pittura appariva e, comeché
    l'arte vi fusse grande, l'ingegno sempre vi si conosceva maggiore. Bel-
10   lissima figura fu tenuta di questo medesimo, e nella qual e' pareva che
    apparisse tutto quello che può far l'arte, uno di quei Semidei che gli
    antichi chiamarono Eroi, la quale poi a Roma lungo tempo fu orna-
    mento grande del tempio della Pace.
    Questa medesima età produsse Euxenida che fu discepolo d'Ari-
15   stide, pittore chiaro, et Eupompo, il quale fu maestro di Panfilo da
    cui dipoi imparò Apelle. Durò assai di questo Eupompo una figura
    di gran nome rassembrante uno di quei campioni vincitori de' giuo-
    chi olimpici con la palma in mano. Fu egli di tanta autorità appresso
    i Greci, che, dividendosi prima la pittura in due maniere l'una chia-
20   mata asiatica e l'altra greca, egli partendo la greca in due, di tutte ne
    fece tre: asiatica, sicionia et attica. Da Panfilo fu la battaglia e la vit-
    toria degli Ateniesi a Fliunte dipinta e, dal medesimo, Ulisse come è
    descritto da Omero in mare sopra una nave rozza a guisa di fodero.
    Fu di nazione macedonico, et il primo di cotale arte che fosse nelle
25   lettere scienziato e principalmente nella arimetica e nella geometria,
    senza le quali scienze egli soleva dire non si potere nella pittura fare
    molto profitto. Insegnò aùpprezzo né volle meno da ciascuno discepolo
    in dieci anni di uno talento, il qual salario gli pagarono Melanzio et
    Apelle; e poté tanto l'esempio di questo artefice, che prima in Si-
30   cione e poi in tutta la Grecia fu stabilito che fra le prime cose che
    s'insegnavano nelle scuole a' fanciulli nobili fusse il disegnare che va
    inanzi al colorire, e che l'arte della pittura si accettasse nel
    primo grado delle arti liberali. E nel vero appresso i Greci sempre fu
    tenuta questa arte di molto onore e fu esercitata non solo da' nobili,
35   ma da persone onorate ancora, con espressa proibizione che i servi
    non si ammettessero per discepoli di cotale arte. Laonde non si trova
    che né in pittura né in alcuno altro lavoro che dal disegno proceda
    sia stato alcuno nominato che fusse stato servo.
    Ma innanzi a questi ultimi, de' quali noi abbiamo parlato, forse
40   XX anni, si trova essere stati di qualche nome Echione e Terimanto.
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