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campo, si fa in questo modo: pigliasi una carta stampata con la |
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prima, dove sono tutte le proffilature et i tratti, e così fresca fresca si |
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pone in su l'asse del pero, et agravandola sopra con altri fogli che |
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non siano umidi, si strofina in maniera che quella che è fresca lascia |
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su l'asse la tinta di tutt'i proffili delle figure. E allora il pittore piglia |
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la biacca a gomma e dà in sul pero i lumi, i quali dati, lo intagliatore |
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gli incava tutti co' ferri secondo che sono segnati. E questa è la stampa |
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che primieramente si adopera, perché ella fa i lumi et il campo quando |
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ella è imbrat[t]ata di colore ad olio, e per mez[z]o della tinta lascia per |
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tutto il colore, salvo che dove ella è incavata, ché ivi resta la carta |
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bianca. La seconda poi è quella delle ombre, che è tutta piana e tutta |
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tinta di acquerello, eccetto che dove le ombre non hanno ad essere, |
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ché quivi è incavato il legno. E la terza, che è la prima a formarsi, |
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è quella dove il proffilato del tutto è incavato per tutto, salvo che dove |
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e' non ha i proffili tócchi dal nero della penna. Queste si stampano al |
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torculo e vi si rimettono sotto tre volte, cioè una volta per ciascuna |
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stampa, sì che elle abbino il medesimo riscontro. E certamente che |
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ciò fu bel[l]issima invenzione. |