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dove si mettono l'acque, sì che gli smalti restino in fondo. Questa, |
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dovendosi lavorare in su l'oro, ha bisogno di oro finissimo, et in su lo |
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argento, argento almeno a lega di giulii. Et è necessario questo modo |
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perché lo smalto ci possa restare e non iscorrere altrove che nel suo luo- |
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go: bisogna lasciarli i proffili d'argento, che di sopra sian sottili e non |
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si vegghino. Così si fa un rilievo piatto et in contrario a l'altro, acciò che, |
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mettendovi gli smalti, pigli gli scuri e ' chiari di quello da l'altezza e |
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da la bassezza dello intaglio. Pigl[i]asi poi smalti di vetri di varii colori, |
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che diligentemente si fermino col martello, e si tengono negli scodellini con |
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acqua chiarissima separati e distinti l'uno da l'altro. E nota che quegli |
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che si adoperano a l'oro sono differenti da quegli che servono per l'ar- |
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gento, e si conducono in questa maniera: con una sottilissima paletti- |
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na di argento si pigliano separatamente gli smalti e con pulita pulitezza |
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si distendono a' luoghi loro, e vi se ne mette e rimette sopra, secondo ch'e' |
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ragnano, tutta quella quantità che fa di mestiero. Fatto questo, si pre- |
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para una pignatta di terra fatta aposta, che per tutto sia piena di buchi |
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et abbia una bocca dinanzi, e vi si mette dentro la mufola, cioè un co- |
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perchietto di terra bucato che non lasci cadere i carboni abasso, e da la |
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mufola in su si empie di carboni di cerro e si accende ordinariamente. |