Volume 5

Edizione Giuntina
    sono ancora in Francia a Fontanableò nella cappella del re.
    Adoperandosi dunque in questa maniera Giulio in servigio di Raf-
    faello suo maestro, et imparando le più difficili cose dell'arte, che
    da esso Raffaello gl'erano con incredibile amorevolezza insegnate,
5   non andò molto che seppe benissimo tirare in prospettiva, misurare
    gl'edifizii e levar piante; e disegnando alcuna volta Raffaello e
    schizzando a modo suo l'invenzioni, le faceva poi tirar misurate e
    grandi a Giulio per servirsene nelle cose d'architettura: della quale
    cominciando a dilettarsi Giulio, vi attese di maniera, che poi, eserci-
10   tandola, venne eccellentissimo maestro.
    Morto Raffaello, e rimasi eredi di lui Giulio e Giovanfrancesco
    detto il Fattore, con carico di finire l'opere da esso Raffaello inco-
    minciate, condussero onoratamente la maggior parte a perfezzione.
    Dopo, avendo Giulio cardinale de' Medici, il qual fu poi Clemente
15   Settimo, preso un sito in Roma sotto Monte Mario, dove, oltre una
    bella veduta, erano acque vive, alcune boscaglie in ispiaggia et un
    bel piano che, andando lungo il Tevere per fino a ponte Molle,
    aveva da una banda e dall'altra una largura di prati che si estendeva
    quasi fino alla porta di San Piero, disegnò nella sommità della spiag-
20   gia, sopra un piano che vi era, fare un palazzo con tutti gl'agi e
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Edizione Torrentiniana
    Mario, nella quale è un componimento leggiadrissimo nella entrata, e di
    stravaganzia nelle facce di fuora e nel cortile di dentro il medesimo si
    vede. La quale opera, e per le fontane che rustiche fece lavorar[e],
    e per quelle che domestiche ci sono, e per ogni ornamento fattovi, è la
25   più bella che sia fuor di Roma per ispasso di vigne e per grandezza e
    bellezza di luogo: per essere in quella una fonte lavorata di musaico alla
    rustica di gongole, telline et altre cose maritime per le mani del mirabile
    Giovanni da Udine, che, per essere stata da lui investigata dallo antico,
    è la prima ne' moderni ch'à dato lume di far quelle che sì belle in Roma
30   e sparse per Italia sono sì maravigliose di varietà e d'ornamento. E
    per mano del medesimo sono ancora gli stucchi che in tal vigna nelle
    belle logge fece, e le grottesche che vi si veggono dipinte, delle quali egli il
    primo di tale arte fra' moderni fu capo, e più di tutti divino è stato te-
    nuto. Come si veggono ancora di man d'esso gli animali che in questa
35   opera fece, i quali nessuno con più pratica e con più vivezza ha mai
    lavorato. Fece in tal fabbrica Giulio, oltra infiniti disegni, in una testa
    di quelle logge, un Polifemo grandissimo, con infinito numero di fanciulli
    satiri che gli giuocano intorno; il quale è stato tenuto cosa molto lodevole.
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