Volume 5

Edizione Giuntina
    a vedere lavorare et osservando ogni minima cosa. Ora, perché fra
    l'altre statue che mancavano al finimento di quell'opera, mancavano
    un San Cosimo e Damiano che dovevano mettere in mezzo la Nostra
    Donna, diede a fare Michelagnolo a Raffaello Montelupo il San Da-
5   miano et al frate San Cosimo, ordinandogli che lavorasse nelle mede-
    sime stanze dove egli stesso avea lavorato e lavorava. Messosi dunque
    il frate con grandissimo studio intorno all'opera, fece un modello
    grande di quella figura, che fu ritocco dal Buonarroto in molte parti:
    anzi fece di sua mano Michelagnolo la testa e le braccia di terra, che
10   sono oggi in Arezzo tenute dal Vasari fra le sue più care cose, per me-
    moria di tanto uomo. Ma non mancarono molti invidiosi che biasi-
    marono in ciò Michelagnolo, dicendo che in allogare quella statua
    avea avuto poco iudizio e fatto mala elezzione: ma gl'effetti mostra-
    rono poi, come si dirà, che Michelagnolo aveva avuto ottimo giudicio
15   e che il frate era valentuomo. Avendo Michelagnolo finiti, con l'aiuto
    del frate, e posti sù le statue del duca Lorenzo e Giuliano, essendo
    chiamato dal Papa, che volea si desse ordine di fare di marmo la fac-
    ciata di San Lorenzo, andò a Roma; ma non vi ebbe fatto molta di-
    mora, che morto Papa Clemente, si rimase ogni cosa imperfetta; on-
20   de scopertasi a Firenze con l'altre opere la statua del frate, così im-
    perfetta come era, ella fu sommamente lodata. E nel vero, o fusse lo
    studio e diligenza di lui, o l'aiuto di Michelagnolo, ella riuscì poi
    ottima figura e la migliore che mai facesse il frate di quante ne lavorò
    in vita sua; onde fu veramente degna di essere, dove fu, collocata.
25   Rimaso libero il Buonarroto per la morte del Papa dall'obligo di
    San Lorenzo, voltò l'animo a uscir di quello che aveva per la sepol-
    tura di papa Giulio Secondo; ma perché aveva in ciò bisogno d'aiuto,
    mandò per lo frate: il quale non andò a Roma altrimenti prima che
    avesse finita del tutto l'imagine del duca Alessandro nella Nunziata,
30   la quale condusse fuor dell'uso dell'altre e bellissima, in quel modo
    che esso signore si vede armato e ginocchioni sopra un elmo alla bor-
    gognona e con una mano al petto in atto di raccomandarsi a quella
    Madonna. Fornita adunque questa imagine et andato a Roma, fu di
    grande aiuto a Michelagnolo nell'opera della già detta sepoltura di
35   Giulio Secondo. Intanto intendendo il cardinale Ipolito de' Medici
    che il cardinale Turnone aveva da menare in Francia per servizio del
    re uno scultore, gli mise innanzi fra' Giovann'Agnolo; il quale, esse-
    do a ciò molto persuaso con buone ragioni da Michelagnolo, se n'an-
    dò col detto cardinale Turnone a Parigi. Dove giunti, fu introdotto
40   al re, che il vide molto volentieri e gl'assegnò poco appresso una buona
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