Volume 5

Edizione Giuntina
    valorosi, nella cacciata de' Medici, guaste l'imagini di cera di Leone,
    Clemente e d'altri di quella famiglia nobilissima, che vi si erano po-
    sti per voto, deliberando i frati che si rifacessero, fra' Giovann'Agnolo
    con l'aiuto d'alcuni di loro, che attendevano a sì fatte opere d'imagini,
5   rinovò alcune che v'erano vecchie e consumate dal tempo, e di nuovo
    fece il papa Leone e Clemente, che ancor vi si veggiono; e poco dopo
    il re di Bòssina et il signor Vecchio di Piombino; nelle quali opere
    acquistò fra Giovann'Agnolo assai.
    Intanto essendo Michelagnolo a Roma appresso papa Clemente,
10   il qual voleva che l'opera di San Lorenzo si seguitasse e perciò l'avea
    fatto chiamare, gli chiese Sua Santità un giovane che restaurasse alcu-
    ne statue antiche di Belvedere, che erano rotte. Per che ricordatosi il
    Buonarroto di fra' Giovann'Agnolo, lo propose al Papa, e Sua San-
    tità per un suo breve lo chiese al Generale dell'ordine de' Servi, che
15   gliel concedette, per non poter far altro, e malvolentieri.
    Giunto dunque il frate a Roma, nelle stanze di Belvedere, che dal
    Papa gli furono date per suo abitare e lavorare, rifece il braccio sini-
    stro che mancava all'Apollo et il destro del Laoconte, che sono in
    quel luogo, e diede ordine di racconciare l'Ercole similmente. E per-
20   ché il Papa quasi ogni mattina andava in Belvedere per suo spasso, e
    dicendo l'ufficio, il frate il ritrasse di marmo tanto bene, che gli fu
    l'opera molto lodata e gli pose il Papa grandissima affezzione, e mas-
    simamente veggendolo studiosissimo nelle cose dell'arte, e che tutta
    la notte disegnava per avere ogni mattina nuove cose da mostrare al
25   Papa, che molto se ne dilettava. In questo mentre essendo vacato un
    canonicato di San Lorenzo di Fiorenza, chiesa stata edificata e dotata
    dalla casa de' Medici, fra Giovann'Agnolo, che già avea posto giù
    l'abito di frate, l'ottenne per messer Giovanni Norchiati suo zio,
    che era in detta chiesa cappellano.
30   Finalmente avendo deliberato Clemente che il Buonarroto tornasse
    a Firenze a finire l'opere della Sagrestia e Libreria di San Lorenzo,
    gli diede ordine, perché vi mancavano molte statue, come si dirà nella
    Vita di esso Michelagnolo, che si servisse dei più valentuomini che si
    potessero avere, e particolarmente del frate, tenendo il medesimo mo-
35   do che aveva tenuto il San Gallo per finire l'opere della Madonna di
    Loreto. Condottosi dunque Michelagnolo et il frate a Firenze, Mi-
    chelagnolo nel condurre la statue del duca Lorenzo e Giuliano si ser-
    vì molto del frate nel rinettarle e fare certe difficultà di lavori traforati
    in sotto squadra; con la quale occasione imparò molte cose il frate
40   da quello uomo veramente divino, standolo con attenzione
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