Volume 5

Edizione Giuntina
    il re Enrico quel palagio al signor Piero Strozzi, si sarebbe trovato
    Giovanfrancesco a pessimo termine; ma la pietà di quel signore, al
    quale increbbe molto della fortuna del Rustico, che se gli diede a co-
    noscere, gli venne nel maggior bisogno a tempo: imperò che il signor
5   Piero mandandolo a una badia, o altro luogo che si fusse, del fratello,
    non solamente sovvenne la povera vecchiezza di Giovanfrancesco,
    ma lo fece servire e governare, secondo che la sua molta virtù merita-
    va, insino all'ultimo della vita.
    Morì Giovanfrancesco d'anni ottanta, e le sue cose rimasero per
10   la maggior parte al detto signore Piero Strozzi. Non tacerò essermi
    venuto a notizia che mentre Antonio Mini, discepolo del Buonarroti,
    dimorò in Francia e fu da Giovanfrancesco trattenuto et accarezzato
    in Parigi, che vennero in mano di esso Rustichi alcuni cartoni, dise-
    gni e modelli di mano di Michelagnolo, de' quali una parte ebbe Ben-
15   venuto Cellini scultore mentre stette in Francia, il quale gli ha con-
    dotti a Fiorenza. Fu Giovanfrancesco, come si è detto, non pure sen-
    za pari nelle cose di getto, ma costumatissimo, di somma bontà e
    molto amatore de' poveri; onde non è maraviglia se fu con molta li-
    beralità sovvenuto nel suo maggior bisogno di danari e d'ogni altra
20   cosa dal detto signor Piero: però che è sopra ogni verità verissimo che
    in mille doppî, eziandio in questa vita, sono ristorate le cose che al
    prossimo si fanno per Dio. Disegnò il Rustico benissimo, come, oltre
    al nostro Libro, si può vedere in quello de' disegni del molto reve-
    rendo don Vincenzio Borghini.
25   Il sopradetto Lorenzo Naldini, cognominato Guazzetto, discepolo
    del Rustico, ha in Francia molte cose lavorato ottimamente di scul-
    tura; ma non ho potuto sapere i particolari, come né anco del suo
    maestro, il quale si può credere che non stesse tanti anni in Francia
    quasi ocioso né sempre intorno a quel suo cavallo. Aveva il detto Lo-
30   renzo alcune case fuor della Porta a San Gallo, ne' borghi che furono
    per l'assedio di Firenze rovinati, che gli furono insieme con l'altre dal
    popolo gettate per terra; la qual cosa gli dolse tanto, che tornando
    egli a rivedere la patria l'anno 1540, quando fu vicino a Fiorenza un
    quarto di miglio, si mise la capperuccia d'una sua cappa in capo e si
35   coprì gl'occhi per non vedere disfatto quel borgo e la sua casa nell'en-
    trare per la detta porta; onde veggendolo così incamuffato le guardie
    della porta e dimandando che ciò volesse dire, intesero da lui perché
    si fusse così coperto, e se ne risero. Costui essendo stato pochi mesi in
    Firenze, se ne tornò in Francia e vi menò la madre, dove ancora vive
40   e lavora.
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