Volume 5

Edizione Giuntina
    Quest'opera fu tale, come si vede, e di tanta bellezza, sì per la ma-
    niera nuova e sì per la dolcezza delle teste che sono in quelle due
    femine, e per la bellezza de' putti vivi e graziosi, ch'ella fu la più
    bell'opera in fresco che insino allora fusse stata veduta già mai; per-
5   ché oltre ai putti della Carità, ve ne sono due altri in aria, i quali
    tengono all'arme del Papa un panno, tanto begli che non si può
    far meglio; sanzaché tutte le figure hanno rilievo grandissimo, e son
    fatte per colorito e per ogni altra cosa tali, che non si possono lodare
    a bastanza; e Michelagnolo Buonarruoti veggendo un giorno que-
10   st'opera e considerando che l'avea fatta un giovane d'anni 19, disse:
    «Questo giovane sarà anco tale, per quanto si vede, che, se vive e
    seguita, porrà quest'arte in cielo». Questo grido e questa fama sen-
    tendo gl'uomini di Puntormo, mandato per Iacopo, gli fecero fare
    dentro nel castello sopra una porta, posta in sulla strada maestra,
15   un'arme di papa Leone, con due putti, bellissima, comeché dall'ac-
    qua sia già stata poco meno che guasta.
    Il carnovale del medesimo anno, essendo tutta Fiorenza in festa
    et in allegrezza per la creazione del detto Leone Decimo, furono
    ordinate molte feste, e fra l'altre due bellissime e di grandissima spe-
20   sa da due Compagnie di signori e gentiluomini della città; d'una
    delle quali, che era chiamata il Diamante, era capo il signor Giuliano
    de' Medici fratello del Papa, il quale l'aveva intitolata così per essere
    stato il diamante impresa di Lorenzo il Vecchio suo padre; e dell'al-
    tra, che aveva per nome e per insegna il Broncone, era capo il si-
25   gnor Lorenzo figliuolo di Piero de' Medici, il quale, dico, aveva per
    impresa un broncone, cioè un tronco di lauro secco che rinverdiva le
    foglie, quasi per mostrare che rinfrescava e risurgeva il nome del-
    l'avolo. Dalla Compagnia dunque del Diamante fu dato carico a
    messer Andrea Dazzi, che allora leggeva lettere greche e latine nello
30   Studio di Fiorenza, di pensare all'invenzione d'un trionfo. Onde egli
    ne ordinò uno, simile a quelli che facevano i Romani trionfando, di
    tre carri bellissimi e lavorati di legname, dipinti con bello e ricco
    artificio. Nel primo era la Puerizia con un ordine bellissimo di fan-
    ciulli; nel secondo era la Virilità con molte persone che nell'età loro
35   virile avevano fatto gran cose; e nel terzo era la Senettù con molti
    chiari uomini che nella loro vecchiezza avevano gran cose operato:
    i quali tutti personaggi erano ricchissimamente adobati, intantoché
    non si pensava potersi far meglio. Gl'architetti di questi carri furono
    Raffaello delle Vivuole, il Carota intagliatore, Andrea di Cosimo pit-
40   tore et Andrea del Sarto; e quelli che feciono et ordinarono gl'abiti
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