Volume 5

Edizione Giuntina
    comeché vi stesse con pericolo, dipinse all'abate Bufolini da
    Città di Castello, che vi ha bellissime e commode stanze, una camera
    in una torre con uno spartimento di putti e figure che scortano al
    disotto in su molto bene, e con grottesche, festoni e maschere bel-
5   lissime e più bizarre che si possino imaginare. La qual camera fornita,
    perché piacque all'abate, gliene fece fare un'altra; alla quale desi-
    derando di fare alcuni ornamenti di stucco e non avendo marmo da
    fare polvere per mescolarla, gli servirono a ciò molto bene alcuni sassi
    di fiume venati di bianco, la polvere de' quali fece buona e durissima
10   presa: dentro ai quali ornamenti di stucchi fece poi Cristofano alcune
    storie de' fatti de' Romani, così ben lavorate a fresco che fu una
    maraviglia.
    In que' tempi lavorando Giorgio il tramezzo della badia di Ca-
    maldoli a fresco, di sopra e per da basso due tavole, e volendo far
15   loro un ornamento in fresco pieno di storie, arebbe voluto Cristofano
    appresso di sé, non meno per farlo tornare in grazia del Duca che per
    servirsene. Ma non fu possibile, ancora che messer Ottaviano de'
    Medici molto se n'adoperasse col Duca, farlo tornare, sì brutta in-
    formazione gli era stata data de' portamenti di Cristofano. Non es-
20   sendo dunque ciò riuscito al Vasari, come quello che amava Cristo-
    fano, si mise a far opera di levarlo almeno da S. Iustino, dove egli
    con altri fuorusciti stava in grandissimo pericolo. Onde avendo l'an-
    no 1539 a fare per i monaci di Monte Oliveto nel monasterio di
    San Michele in Bosco fuor di Bologna, in testa d'un refettorio grande,
25   tre tavole a olio con tre storie lunghe braccia quattro l'una, et un fre-
    gio intorno a fresco alto braccia tre con venti storie dell'Apocalisse di
    figure piccole, e tutti i monasterii di quella Congregazione ritratti di
    naturale, con un partimento di grottesche, et intorno a ciascuna fine-
    stra braccia quattordici di festoni con frutte ritratte di naturale, scrisse
30   sùbito a Cristofano che da San Iustino andasse a Bologna insieme con
    Battista Cungii borghese e suo compatriota, il quale aveva anch'egli
    servito il Vasari sette anni. Costoro dunque arrivati a Bologna, dove
    non era ancora Giorgio arrivato, per essere ancora a Camaldoli -
    dove, fornito il tramezzo, faceva il cartone d'un Deposto di croce,
35   che poi fece, e fu in quello stesso luogo messo all'altare maggiore -,
    si misono a ingessare le dette tre tavole et a dar di mestica, insino a
    che arivasse Giorgio, il quale avea dato commessione a Dattero ebreo,
    amico di messer Ottaviano de' Medici, il quale faceva banco in Bo-
    logna, che provedesse Cristofano e Battista di quanto facea lor bi-
40   sogno. E perché esso Dattero era gentilissimo e cortese molto, facea
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