Volume 5

Edizione Giuntina
    della Porta a S. Piero Gattolini, della facciata in testa
    di via Maggio a S. Felice in Piazza, e del frontone che si fece sopra la
    porta di S. Maria del Fiore; et oltre ciò d'uno stendardo di drappo
    per il castello, alto braccia 15 e lungo 40, nella doratura del quale
5   andorono 50 migliaia di pezzi d'oro. Ora, parendo ai pittori fiorentini
    et altri che in questo apparato s'adoperavano, che esso Vasari fusse
    in troppo favore del duca Alessandro, per farlo rimanere con ver-
    gogna nella parte che gli toccava di quello apparato, grande nel vero
    e faticosa, fecero di maniera che non si poté servire d'alcun maestro
10   di mazzonerie, né di giovani o d'altri che gl'aiutassero in alcuna cosa,
    di quelli che erano nella città. Di che accortosi il Vasari, mandò per
    Cristofano, Raffaello dal Colle e per Stefano Veltroni dal Monte
    San Savino suo parente, e con il costoro aiuto e d'altri pittori d'A-
    rezzo e d'altri luoghi condusse le sopradette opere; nelle quali si
15   portò Cristofano di maniera che fece stupire ognuno, facendo onore
    a sé et al Vasari, che fu nelle dette opere molto lodato. Le quali finite,
    dimorò Cristofano in Firenze molti giorni, aiutando al medesimo
    nell'apparato che si fece per le nozze del duca Alessandro nel palazzo
    di messer Ottaviano de' Medici; dove fra l'altre cose condusse
20   Cristofano un'arme della duchessa Margherita d'Austria, con le
    palle abbracciate da un'aquila bellissima e con alcuni putti molto
    ben fatti.
    Non molto dopo, essendo stato amazzato il duca Alessandro, fu
    fatto nel Borgo un trattato di dare una porta della città a Piero Stroz-
25   zi, quando venne a Sestino, e fu per ciò scritto da alcuni soldati Bor-
    ghesi fuorusciti a Cristofano, pregandolo che in ciò volesse essere in
    aiuto loro. Le quali lettere ricevute, se ben Cristofano non acconsentì
    al volere di coloro, volle nondimeno, per non far lor male, più tosto
    stracciare, come fece, le dette lettere, che palesarle, come secondo le
30   leggi e bandi doveva a Gherardo Gherardi, allora commessario per
    il signor duca Cosimo nel Borgo. Cessati dunque i rumori e risa-
    putasi la cosa, fu dato a molti Borghesi, et in fra gl'altri a Doceno,
    bando di ribello; et il signor Alessandro Vitelli, che sapendo come il
    fatto stava arebbe potuto aiutarlo, nol fece, perché fusse Cristofano
35   quasi forzato a servirlo nell'opera del suo giardino a Città di Castello,
    del quale avemo di sopra ragionato: nella qual servitù avendo con-
    sumato molto tempo senza utile e senza profitto, finalmente, come
    disperato, si ridusse con altri fuorusciti nella villa di San Iustino,
    lontana dal Borgo un miglio e mezzo, nel dominio della Chiesa, e
40   pochissimo lontana dal confino de' Fiorentini. Nel qual luogo,
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