Volume 5

Edizione Giuntina
    di quell'opera, chiese licenza al prencipe, e si partì per tornasene
    a casa; e passando da Pisa per vedere quella città, dato nelle mani
    a Batista del Cervelliera, gli furono mostrate tutte le cose più notabili
    della città, e particularmente le tavole del Sogliano et i quadri che
5   sono nella nicchia del Duomo dietro all'altare maggiore. Intanto Se-
    bastiano della Seta Operaio del Duomo, avendo inteso dal Cervel-
    liera le qualità e virtù di Domenico, disideroso di finire quell'opera,
    stata tenuta in lungo da Giovan Antonio Sogliani, allogò due quadri
    della detta nicchia a Domenico, acciò gli lavorasse a Siena, e di là
10   gli mandasse fatti a Pisa; e così fu fatto. In uno è Moisè, che trovato
    il popolo avere sacrificato al vitel d'oro, rompe le Tavole; et in questo
    fece Domenico alcuni nudi, che sono figure bellissime; e nell'altro
    è lo stesso Moisè, e la terra che si apre et inghiottisce una parte del
    popolo, et in questo anco sono alcuni ignudi morti da certi lampi di
15   fuoco, che sono mirabili. Questi quadri condotti a Pisa furono ca-
    gione che Domenico fece in quattro quadri, dinanzi a questa nicchia,
    cioè due per banda, i quattro Evangelisti, che furono quattro figure
    molto belle. Onde Sebastiano della Seta, che vedeva d'esser servito
    presto e bene, fece fare dopo questi a Domenico la tavola d'una delle
20   cappelle del Duomo, avendone infino allora fatte quattro il Sogliano.
    Fermatosi dunque Domenico in Pisa, fece nella detta tavola la No-
    stra Donna in aria col putto in collo, sopra certe nuvole rette da
    alcuni putti, e da basso molti Santi e Sante assai bene condotti, ma
    non però con quella perfezzione che furono i sopradetti quadri. Ma
25   egli scusandosi di ciò con molti amici, e particolarmente una volta con
    Giorgio Vasari, diceva che come era fuori dell'aria di Siena e di certe
    sue commodità, non gli pareva saper far alcuna cosa.
    Tornatosene dunque a casa, con proposito di non volersene più,
    per andar a lavorar altrove, partire, fece in una tavola a olio, per le
30   monache di S. Paolo vicine a S. Marco, la natività di Nostra Donna
    con alcune balie, e S. Anna in un letto che scorta, finto dentro a
    una porta; una donna in uno scuro che, asciugando panni, non ha
    altro lume che quello che le fa lo splendor del fuoco. Nella predella,
    che è vaghissima, sono tre storie a tempera: essa Vergine presentata
35   al tempio, lo Sposalizio, e l'Adorazione de' Magi. Nella Mer-
    canzia, tribunale in quella città, hanno gl'uffiziali una tavoletta, la
    quale dicono fu fatta da Domenico quando era giovane, che è bellis-
    sima; dentro vi è un San Paolo in mezzo che siede, e dagli lati la sua
    Conversione in uno di figure piccole, e nell'altro quando fu decapi-
40   tato. Finalmente fu data a dipignere a Domenico la nicchia grande
- pagina 175 -
pagina precedentepagina successiva