Volume 4

Edizione Giuntina
    o dal troppo volere sforzare l'ingegno; essendo che nell'andar di
    passo e come porge la natura, senza mancar però di studio e diligenza,
    pare che sia miglior modo che il voler cavar le cose quasi per forza
    dell'ingegno dove non sono: onde è vero che anco nell'altre arti, e
5   massimamente negli scritti, troppo bene si conosce l'affettazione, e
    per dir così, il troppo studio in ogni cosa. Scopertasi dunque l'opera
    dei Dossi, ella fu di maniera ridicola che si partirono con vergogna
    da quel signore; il quale fu forzato a buttar in terra tutto quello che
    avevano lavorato e farlo da altri ridipignere con il disegno del Genga.
10   In ultimo fecero costoro nel Duomo di Faenza, per messer Giovam-
    battista cavaliere de' Buosi, una molto bella tavola d'un Cristo che
    disputa nel tempio; nella quale opera vinsero se stessi per la nuova
    maniera che vi usarono, e massimamente nel ritratto di detto cava-
    liere e d'altri. La qual tavola fu posta in quel luogo l'anno 1536.
15   Finalmente divenuto Dosso già vecchio, consumò gl'ultimi anni sen-
    za lavorare, essendo insino all'ultimo della vita provisionato dal duca
    Alfonso. Finalmente, dopo lui rimase Battista, che lavorò molte cose
    da per sé, mantenendosi in buono stato. E Dosso fu sepellito in
    Ferrara sua patria.
20   Visse ne' tempi medesimi il Bernazzano Milanese, eccellentissimo
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Edizione Torrentiniana
    San Niccolò, in una sepoltura di marmo. Il medesimo Genga condusse
    ad Urbino Batista Veniziano, il quale per il duca Guidobaldo fece in
    fresco la volta della cappella maggiore del Duomo. Ma essendo vivi
    ciascuno di questi e lavorando felicemente, non mi accade più ragionarne.
25   E però ritornando a' Dossi, dico che e' condussero a fine una delle dette
    stanze della Imperiale, la quale fu poi gittata in terra per non piacere
    al Duca, e rifatta dagli altri maestri che erano quivi. A l'ultimo fecero
    in Faenza nel Duomo, al cavaliere de' Buosi, una bellissima tavola
    d'un Cristo che disputa nel tempio, nella quale veramente vinsero se
30   stessi per la maniera nuova che usarono in quella. Finalmente divenuto
    Dosso già vecchio e non molto lavorando, ebbe continuo dal duca Al-
    fonso emolumento e provvisione, benché egli, per un male che gli venne
    indebilito, in breve tempo passò di questa vita. Rimase Batista suo fra-
    tello, che vive ancora, il quale molte cose fece dopo la morte di Dosso,
35   mantenendosi in buono stato. Fu sepellito Dosso in Ferrara patria sua;
    e la principalissima laude sua fu il dipignere bene i paesi.
    Fu in questi tempi medesimi il Bernazzano Milanese, eccellen-
    tissimo per fare paesi et erbe et animali, così terrestri come volatili et
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