Volume 4

Edizione Giuntina
    cioè dalla parte di fuori, l'arme di Carlo Quinto imperatore, tenuta
    da due Vittorie ignude e grandi quante il vivo, che furono e sono
    molto lodate; e nella punta d'un altro, cioè verso la città dalla parte
    di mezzogiorno, fece l'arme del detto duca Alessandro della medesima
5   pietra con due figure. E non molto dopo lavorò un Crucifisso grande
    di legno per le monache di Santa Apollonia; e per Alessandro Anti-
    nori, allora nobilissimo e ricchissimo mercante fiorentino, nelle nozze
    d'una sua figliuola, un apparato ricchissimo con statue, storie e molti
    altri ornamenti bellissimi.
10   Andato poi a Roma, dal Buonarroto gli furono fatte fare due
    figure di marmo, grandi braccia cinque, per la sepoltura di Giulio
    Secondo a San Pietro in Vincula, murata e finita allora da Michela-
    gnolo. Ma amalandosi Raffaello mentre faceva questa opera, non po-
    té mettervi quello studio e diligenza che era solito; onde ne perdé di
15   grado, e sodisfece poco a Michelagnolo. Nella venuta di Carlo Quinto
    imperatore a Roma, facendo fare papa Paulo Terzo un apparato de-
    gno di quell'invittissimo principe, fece Raffaello in sul Ponte Santo
    Agnolo, di terra e stucchi, quattordici statue tanto belle ch'elle fu-
    rono giudicate le migliori che fussero state fatte in quell'apparato;
20   e che è più, le fece con tanta prestezza, che fu a tempo a venir a
    Firenze, dove si aspettava similmente l'imperatore, a fare nello spazio
    di cinque giorni e non più, in sulla coscia del Ponte a Santa Trinita,
    due Fiumi di terra di nove braccia l'uno, cioè il Reno per la Germania
    et il Danubio per l'Ungheria. Dopo, essendo condotto a Orvieto,
25   fece di marmo in una capella, dove aveva prima fatto il Mosca, scul-
    tore eccellente, molti ornamenti bellissimi di mezzo rilievo, la storia
    de' Magi, che riuscì opera molto bella per la varietà di molte figure
    che egli vi fece con assai buona maniera. Tornato poi a Roma, da
    Tiberio Crispo, castellano allora di Castel Sant'Agnolo, fu fatto ar-
30   chitetto di quella gran mole; onde egli vi acconciò et ornò molte
    stanze con intagli di molte pietre e mischî di diverse sorti ne' camini,
    finestre e porte. Fecegli oltre ciò una statua di marmo alta cinque
    braccia, cioè l'Angelo di Castello, che è in cima del torrion quadro
    di mezzo, dove sta lo stendardo, a similitudine di quello che
35   apparve a San Gregorio, quando avendo pregato per il popolo op-
    presso da crudelissima pestilenza, lo vide rimettere la spada nella
    guaina. Appresso, essendo il detto Crispo fatto cardinale, mandò più
    volte Raffaello a Bolsena, dove fabricava un palazzo. Né passò molto
    che il reverendissimo cardinale Salviati e messer Baldassarri Turrini
40   da Pescia diedero a fare a Raffaello, già toltosi da quella servitù del
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