Volume 4

Edizione Giuntina
    lieto a Urbino e preso il putto, non senza molte lacrime della madre
    che teneramente l'amava, lo menò a Perugia, là dove Pietro, veduto
    la maniera del disegnare di Raffaello e le belle maniere e ' costumi,
    ne fe' quel giudizio che poi il tempo dimostrò verissimo con gl'ef-
5   fetti. È cosa notabilissima che, studiando Raffaello la maniera di
    Pietro, la imitò così a punto e in tutte le cose, che i suo ritratti non
    si conoscevano dagl'originali del maestro, e fra le cose sue e di Pietro
    non si sapeva certo discernere, come apertamente dimostrano an-
    cora in San Francesco di Perugia alcune figure che egli vi lavorò in
10   una tavola a olio per madonna Madalena degli Oddi; e ciò sono:
    una Nostra Donna assunta in cielo e Gesù Cristo che la co-
    rona, e di sotto, intorno al sepolcro, sono i dodici Apostoli che con-
    templano la gloria celeste; e a piè della tavola, in una predella di
    figure piccole spartite in tre storie, è la Nostra Donna annunziata
15   dall'Angelo, quando i Magi adorano Cristo, e quando nel tempio è
    in braccio a Simeone: la quale opera certo è fatta con estrema
    diligenza; e chi non avesse in pratica la maniera, crederebbe ferma-
    mente che ella fusse di mano di Pietro, là dove ell'è senza dubbio di
    mano di Raffaello. Dopo questa opera, tornando Pietro per alcuni
20   suoi bisogni a Firenze, Raffaello, partitosi di Perugia, se n'andò con
    alcuni amici suoi a Città di Castello, dove fece una tavola in Santo
    Agostino di quella maniera, e similmente in S. Domenico una d'un
    Crucifisso, la quale, se non vi fusse il suo nome scritto, nessuno la
    crederebbe opera di Raffaello, ma sì bene di Pietro. In San Francesco
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Edizione Torrentiniana
25   con la maggiore allegrezza del mondo tornò ad Urbino e non senza
    lagrime e pianti grandissimi della madre lo menò a Perugia, dove Pietro,
    veduto il disegno suo, i modi et i costumi, ne fe' quel giudizio che il
    tempo dimostrò vero. E notabilissimo fu che in pochi mesi, studiando
    Rafaello la maniera di Pietro, e Pietro mostrandoli con desiderio che
30   egli imparassi, lo imitava tanto a punto et in tutte le cose, che i suoi ri-
    tratti non si conoscevano dagli originali del maestro, e fra le cose sue
    e di Pietro non si sapeva certo discernere, come apertamente mostrano
    ancora in S. Francesco di Perugia alcune figure che si veggono fra quelle
    di Pietro. Per il che Pietro per alcuni suoi bisogni tornato a Fiorenza,
35   Rafaello partitosi da Perugia con alcuni suoi amici, a Città di Castello
    fece una tavola in Santo Agostino di quella maniera, e similmente in
    S. Domenico una di un Crocifisso, la quale, se non vi fosse il suo nome
    scritto, nessuno la crederebbe opera di Rafaello, ma sì ben di Pietro.
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