Volume 4

Edizione Giuntina
    versando il sangue, con la croce in spalla, et il diacono e subdiacono
    parati la servono, con due Angeli che incensano il corpo di Cristo;
    sotto, a una altra cappella fece una tavola, drentovi la Nostra Donna,
    San Ieronimo e San Bartolomeo. Nelle quale due opere durò fatica
5   e non poca; ma andava ogni dì peggiorando, né so a che mi attribuire
    questa disgrazia sua, ché il povero Raffaello non mancava di studio,
    diligenzia e fatica, ma poco gli valeva: là dove si giudica che, venuto in
    famiglia grave e povero, et ogni giorno bisognando valersi di quel
    che guadagnava, oltreché non era di troppo animo e pigliando a far
10   le cose per poco pregio, di mano in mano andò peggiorando, ma
    sempre nondimeno si vedde del buono nelle cose sue. Fece per i
    monaci di Cestello nel lor refettorio una storia grande nella facciata,
    colorita in fresco, nella quale dipinse il miracolo che fece Iesù Cri-
    sto de' cinque pani e duo pesci, saziando cinquemila persone. Fece
15   allo abate de' Panichi, per la chiesa di San Salvi fuor della Porta
    alla Croce, la tavola dello altar maggiore con la Nostra Donna, San
    Giovan Gualberto, San Salvi e San Bernardo cardinale degli Uberti
    e San Benedetto abate, e dalle bande San Batista e San Fedele ar-
    mato in duo nic[c]hie che mettevano in mezzo la tavola, la quale
20   aveva un ric[c]o ornamento, e nella predella più storie di figure
    piccole della vita di San Giovan Gualberto: nel che si portò molto
    bene; per che fu sovenuto in quella sua miseria da quello abate, al
    qual venne pietà di lui e della sua virtù, e Raffaello nella predella
    di quella tavola lo ritrasse di naturale insieme col Generale loro
25   che governava a quel tempo. Fece in San Pier Maggiore una tavola
    a man ritta entrando in chiesa, e nelle Murate un San Gismondo re
    in un quadro; e fece in San Brancazio, per Girolamo Federighi, una
    Trinità in fresco, dove e' fu sepolto, ritraendovi lui e la moglie gi-
    noc[c]hioni, dove e' cominciò a tornare nella maniera minuta. Simil-
30   mente fece due figure in Cestello a tempera, cioè un San Rocco e
    Santo Ignazio che sono alla cappella di San Bastiano. Alla coscia del
    Ponte Rubaconte verso le Mulina, fece in una cappelluccia una No-
    stra Donna, San Lorenzo et un altro Santo; et in ultimo si ridusse
    a far ogni lavoro meccanico: et ad alcune monache et altre genti,
35   che allora ricamavono assai paramenti da chiese, si diede a fare di-
    segni di chiaro scuro e fregiature di santi e di storie per vilissimo
    prezzo; per che, ancora che egli avesse peggiorato, talvolta gli usciva
    di bellissimi disegni e fantasie di mano, come ne fanno fede molte
    carte, che poi doppo la morte di coloro che ricamavono si son venduti
40   qua e là; e nel libro del signore Spedalingo ve n'è molti che mostrano
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