Volume 3

Edizione Giuntina
    porta egli stesso, e vi ritrasse di legni commessi in ciascuna parte
    una figura, cioè in una Dante e nell'altra il Petrarca; le quali due
    figure, a chi altro non avesse in cotale esercizio veduto di man di
    Benedetto, possono fare conoscere quanto egli fosse in quello raro
5   e eccellente. La quale Udienza a' tempi nostri ha fatta dipignere il
    signor duca Cosimo da Francesco Salviati, come al suo luogo si dirà.
    Dopo fece Benedetto in S. Maria Novella di Fiorenza, dove Filip-
    pino dipinse la capella, una sepoltura di marmo nero [e] in un tondo
    una Nostra Donna e certi Angeli con molta diligenza per Filippo
10   Strozzi Vecchio, il ritratto del quale, che vi fece di marmo, è oggi
    nel suo palazzo. Al medesimo Benedetto fece fare Lorenzo Vecchio
    de' Medici in Santa Maria del Fiore il ritratto di Giotto pittore fio-
    rentino, e lo collocò sopra l'epitaffio, del quale si è di sopra nella
    Vita di esso Giotto abastanza ragionato; la quale scultura di marmo
15   è tenuta ragionevole.
    Andato poi Benedetto a Napoli per essere morto Giuliano suo zio,
    del quale egli era erede, oltre alcune opere che fece a quel re, fece per
    il conte di Terranuova, in una tavola di marmo nel monasterio de'
    Monaci di Monte Oliveto, una Nunziata con certi Santi e fanciulli in-
20   torno bellissimi che reggono certi festoni; e nella predella di detta
    opera fece molti bassi rilievi con buona maniera. In Faenza fece una
    bellissima sepoltura di marmo per il corpo di S. Savino, et in essa fece
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Edizione Torrentiniana
    sua mano ancora la porta di que' legni commessi, dove fece per ciascuna
    parte della porta una figura: Dante Alighieri e messer Francesco Petrar-
25   ca. Fece in Santa Maria Novella di Fiorenza, dove Filippino dipinse
    la cappella, una sepoltura di marmo nero et un tondo con la Nostra
    Donna e certi Angeli di marmo per Filippo Strozzi Vecchio, la quale
    è con somma diligenza lavorata. Volse fare il magnifico Lorenzo Vecchio
    in Santa Maria del Fiore la memoria del ritratto di Giotto pittore fio-
30   rentino, e l'allogò a Benedetto; il quale sopra quello epitaffio fece di
    marmo la figura che dipigne, la quale è molto lodevole.
    Aveva lavorato molte cose a Napoli Giuliano suo zio per il re Alfonso
    insieme con esso, e per essere egli morto a' servigi di quello, gli convenne
    per la eredità e robe sue trasferirsi a Napoli. Onde prese a fare opere a
35   quel re, et inoltre fece al conte di Terranuova una tavola di marmo nel
    monistero de' Monaci di Monte Oliveto, dentrovi una Nunziata
    con certi Santi e fanciulli intorno bellissimi che reggono alcuni festoni; e
    molti bassi rilievi lavorò nella predella di detta opera. Chiamato a Faenza,
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