Volume 3

Edizione Giuntina
    bellissima: ma qualunche si fusse la cagione, fatto che ebbe nel cielo
    di quella alcune figure, la lasciò imperfetta e a fatica cominciata.
    In Mantoa, oltre l'opere che vi fece per il marchese, delle quali si
    è favellato di sopra, dipinse in S. Salvestro in una tavola la Nostra
5   Donna, e da una banda San Salvestro che le raccomanda il popolo
    di quella città, dall'altra San Bastiano, San Paulo, Santa Lisabetta e
    San Ieronimo; e per quello che s'intende, fu collocata la detta tavola
    in quella chiesa dopo la morte del Costa, il quale avendo finita la
    sua vita in Mantoa, nella quale città sono poi stati sempre i suoi de-
10   scendenti, volle in questa chiesa aver per sé e per i suoi successori
    la sepoltura. Fece il medesimo molte altre pitture delle quali non si
    dirà altro, essendo abastanza aver fatto memoria delle migliori. Il
    suo ritratto ho avuto in Mantoa da Fermo Ghisoni pittor ecc[ellente],
    che mi affermò quello esser di propria mano del Costa, il quale di-
15   segnò ragionevolmente, come si può vedere nel nostro libro in una
    carta di penna in cartapecora, dove è il giudizio di Salamone et un
    San Girolamo di chiaro scuro, che sono molto ben fatti.
    Furono discepoli di Lorenzo Ercole da Ferrara suo compatriota,
    del quale si scriverà di sotto la Vita, e Lodovico Malino similmente
20   ferrarese, del quale sono molte opere nella sua patria et in altri luo-
    ghi; ma la migliore che vi facesse fu una tavola, la quale è nella chiesa
    di San Francesco di Bologna in una cappella vicina alla porta prin-
    cipale, nella quale è quando Gesù Cristo, di dodici anni, disputa co'
    Dottori nel tempio. Imparò anco i primi principii dal Costa il Dosso
25   Vecchio da Ferrara, dell'opere del quale si farà menzione al luogo
    suo. E questo è quanto si è potuto ritrarre dalla vita et opere di
    Lorenzo Costa ferrarese.
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