Volume 3

Edizione Giuntina
    egli era. Ora, avendo una volta fra l'altre durato grandissima fatica
    in dipignere una tavola, poi che l'ebbe con molta diligenza condotta
    a fine, le diede la vernice e la mise a seccarsi al sole, come si costuma;
    ma, o perché il caldo fusse violento, o forse mal commesso il legna-
5   me o male stagionato, la detta tavola si aperse in sulle commettiture
    di mala sorte. Laonde, veduto Giovanni il nocumento che le aveva
    fatto il caldo del sole, deliberò di far sì che mai più gli farebbe il sole
    così gran danno nelle sue opere; e così recatosi non meno a noia la
    vernice che il lavorare a tempera, cominciò a pensare di trovar modo
10   di fare una sorte di vernice che seccasse all'ombra, senza met-
    tere al sole le sue pitture. Onde, poi che ebbe molte cose sperimentate,
    e pure e mescolate insieme, alla fine trovò che l'olio di seme di lino
    e quello delle noci, fra tanti che n'aveva provati, erano più seccativi
    di tutti gl'altri. Questi dunque, bolliti con altre sue misture, gli fe-
15   cero la vernice che egli, anzi tutti i pittori del mondo avevano lunga-
    mente disiderato. Dopo, fatto sperienza di molte altre cose, vide che il
    mescolare i colori con queste sorti d'olii dava loro una tempera molto
    forte, e che secca non solo non temeva l'acqua altrimenti, ma accen-
    deva il colore tanto forte che gli dava lustro da per sé senza vernice;
20   e quello che più gli parve mirabile, fu che si univa meglio che la tempera
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Edizione Torrentiniana
    sofistiche, che avendo egli un giorno infra gli altri dipinto una
    tavola, durato in quella molte fatiche e condottala con una diligenza a la
    fine che gli piaceva, le volse dare la vernice al sole, come si costuma alle
    tavole; e così vernicata e lassatola che il sole la sec[c]asse, fu tanto
25   violente quel caldo - o che il legname fusse mal commesso o pur che non
    fusse stagionato - che ella si aperse in su le commettiture di mala sorte.
    Laonde, visto Giovanni il nocumento che gli aveva fatto il caldo del
    sole, deliberò che mai più li facesse tal danno; e recatosi non meno a noia
    la vernice che il lavorare a tempera, cominciò a pensare di trovare un
30   modo di fare una sorte di vernice che seccasse a l'ombra, senza mettere
    al sole le sue pitture. E così sperimentato diverse cose, e pure e mesco-
    late, alla fine trovò che l'olio di seme di lino e quello delle noci, fra tanti
    che ne provò, erano più seccativi di tutti gli altri. Questi dunque, bolliti
    con altre sue misture, gli fecero la vernice che egli stesso desiderava.
35   E così fatto sperimento, oltre a quella, di molte cose, vide che il mescolare
    i colori con queste sorti d'olî gli dava una tempera molto forte, che secca
    non temeva l'acqua altrimenti, et inoltre accendeva il colore tanto
    forte che gli recava lustro da per sé senza vernice; e quello che più gli
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