Volume 3

Edizione Giuntina
    della Cintola. A Furlì fece sopra la porta della calonaca, di basso
    rilievo, una Nostra Donna con due Angeli; e per messer Giovanni da
    Riolo fece in San Francesco la capella della Trinità di mezzo rilievo.
    Et a Rimini fece per Sigismondo Malatesti, nella chiesa di S. Fran-
5   cesco, la capella di S. Sigismondo, nella quale sono intagliati di mar-
    mo molti elefanti, impresa di quel signore. A messer Bartolomeo
    Scamisci, canonico della Pieve d'Arezzo, mandò una Nostra Donna
    col Figliuolo in braccio di terracotta e certi Angeli di mezzo rilievo
    molto ben condotti, la quale è oggi in detta Pieve apoggiata a una
10   colonna. Per lo battesimo similmente del Vescovado d'Arezzo la-
    vorò, in alcune storie di basso rilievo, un Cristo battezzato da S. Gio-
    vanni. In Fiorenza fece di marmo la sepoltura di messer Orlando
    de' Medici nella chiesa della Nunziata. Finalmente, d'anni 55, rendé
    l'anima al Signore che gliele aveva data. Né molto dopo il Filarete,
15   essendo tornato a Roma, si morì d'anni sessantanove, e fu sepolto
    nella Minerva, dove a Giovanni Fochetta, assai lodato pittore, aveva
    fatto ritrarre papa Eugenio mentre al suo servizio in Roma dimora-
    va. Il ritratto d'Antonio è di sua mano nel principio del suo libro
    dove insegna a edificare. Furono suoi discepoli Varrone e Niccolò
20   fiorentini, che feciono vicino a Pontemolle la statua di marmo per
    papa Pio Secondo, quando egli condusse in Roma la testa di S. An-
    drea. E per ordine del medesimo restaurarono Tigoli quasi dai fonda-
    menti; et in S. Piero feciono l'ornamento di marmo che è sopra le
    colonne della capella dove si serba la detta testa di S. Andrea; vicino
25   alla qual capella è la sepoltura del detto papa Pio di mano di Pasquino
    da Monte Pulciano, discepolo del Filareto, e di Bernardo Ciuffagni,
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Edizione Torrentiniana
    di commesso di chiaro e scuro, imitando la maniera di Duccio Sanese,
    che fu in quel tempo cosa lodata. Mandò in Arezzo una cappelletta di
    terracotta con una Nostra Donna, la quale fu posta in Pieve ad una
30   colonna, per un canonico degli Scamissi molto amatore di quella arte.
    Finalmente per le tante fatiche del lavorare divenuto stanco et infer-
    mo, lo anno LV della sua età rendé la vita a Colui che gliene aveva data.
    La qual cosa intendendo Antonio, che attendeva a finire in Roma l'opere
    loro, se ne dolse cordialmente per averlo continuamente conosciuto fede-
35   lissimo nella amicizia e prontissimo a qualunque fortuna per i suoi amici.
    Capitò in questo tempo a Roma Giovanni Fochetta, assai celebrato pit-
    tore, che fece nella Minerva il papa Eugenio, tenuto in quel tempo cosa
    bellissima, e dimesticossi assai con Antonio; ma non andò però molto
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