Volume 3

Edizione Giuntina
    sopradetto spedale. E perché si dilettò anco di scrivere, mentre che
    queste sue opere si facevano scrisse un libro diviso in tre parti:
    nella prima tratta delle misure di tutti gl'edifizii e di tutto quello fa
    bisogno a voler edificare; nella seconda del modo dell'edificare et in
5   che modo si potesse far una bellissima e commodissima città; nella
    terza fa nuove forme d'edifizii, mescolandovi così degl'antichi come
    de' moderni. Tutta la quale opera è divisa in ventiquat[t]ro libri e
    tutta storiata di figure di sua mano; e comeché alcuna cosa buona
    in essa si ritruovi, è nondimeno per lo più ridicola e tanto sciocca
10   che per avventura è nulla più. Fu dedicata da lui l'anno 1464 al ma-
    gnifico Piero di Cosimo de' Medici, et oggi è fra le cose dell'illustrissi-
    mo signor duca Cosimo. E nel vero se, poi che si mise a tanta fatica,
    avesse almeno fatto memoria de' maestri de' tempi suoi e dell'opere
    loro, si potrebbe in qualche parte comendare; ma non vi se ne trovano
15   se non poche, e quelle sparse senza ordine per tutta l'opera e dove me-
    no bisognava: ha durato fatica, come si dice, per impoverire e per es-
    ser tenuto di poco giudizio in mettersi a far quello che non sapeva.
    Ma avendo detto pur assai del Filarete, è tempo oggimai che io
    torni a Simone fratello di Donato, il quale, dopo l'opera della porta,
20   fece di bronzo la sepoltura di papa Martino. Similmente fece alcuni
    getti che andarono in Francia e molti che non si sa dove siano. Nella
    chiesa degl'Ermini al Canto alla Macine di Firenze fece un Crucifisso
    da portare a processione grande quanto il vivo; e perché fusse più
    leggero lo fece di sughero. In S. Felicita fece una Santa Maria Mad-
25   dalena in penitenza di terra, alta braccia tre e mezzo, con bella pro-
    porzione, e con scoprire i muscoli di sorte ch'e ' mostrò d'intender
    molto bene la notomia. Lavorò ne' Servi ancora per la Com-
    pagnia della Nunziata una lapida di marmo da sepoltura, commet-
    tendovi dentro una figura di marmo bigio e bianco a guisa di pittura,
30   sì come di sopra si disse aver fatto nel Duomo di Siena Duccio Sane-
    se, che fu molto lodata; a Prato il graticolato di bronzo della cappella
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Edizione Torrentiniana
    Simone retornando a Fiorenza fece alcuni getti di metallo, che andarono
    in Francia. Lavorò ancora nella chiesa degli Ermini al Canto alla
    Macine un Crocifisso da portare a processione, grande quanto il vivo; e
35   perché e' fusse più leggero lo fece di sughero. In Santa Felicita fece una
    Santa Maria Maddalena di terra, di braccia tre e mez[z]o, in peniten-
    zia, la quale è concordata di bonissima proporzione e con bellissima noto-
    mia ricerca. Nella Nunziata lavorò in una lapida di marmo una figura
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