Volume 2

Edizione Giuntina
    rinovazione dell'arte della pittura, Giotto nondimeno, suo creato, mos-
    so da lodevole ambizione et aiutato dal cielo e dalla natura, fu quegli
    che andando più alto col pensiero aperse la porta della verità a co-
    loro che l'hanno poi ridotta a quella perfezzione e grandezza in che la
5   veggiamo al secolo nostro. Il quale avezzo ogni dì a vedere le mara-
    viglie, i miracoli e l'impossibilità degli artefici in questa arte, è con-
    dotto oggimai a tale che di cosa che facciano gli uomini, benché più
    divina che umana sia, punto non si maraviglia, e buon per coloro
    che lodevolmente s'affaticano, se in cambio d'essere lodati et ammi-
10   rati non ne riportassero biasimo e molte volte vergogna.
    Il ritratto di Cimabue si vede di mano di Simon Sanese nel capitolo
    di Santa Maria Novella, fatto in profilo nella storia della Fede in una
    figura che ha il viso magro, la barba piccola, rossetta et apuntata, con
    un capuccio secondo l'uso di quei tempi che lo fascia intorno intorno
15   e sotto la gola con bella maniera. Quello che gli è a lato è l'istesso Si-
    mone maestro di quell'opera, che si ritrasse da sé con due specchî
    per fare la testa in profilo, ribattendo l'uno nell'altro. E quel soldato
    coperto d'arme che è fra loro è, secondo si dice, il conte Guido
    Novello, signore allora di Poppi.
20   Restami a dire di Cimabue che nel principio d'un nostro libro,
    dove ho messo insieme disegni di propria mano di tutti coloro che
    da lui in qua hanno disegnato, si vede di sua mano alcune cose pic-
    cole fatte a modo di minio, nelle quali, comech'oggi forse paino anzi
    goffe che altrimenti, si vede quanto per sua opera acquistasse di bon-
25   tà il disegno.
    Fine della Vita di Cimabue.
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Edizione Torrentiniana
    l'animo ai compatrioti suoi di seguirlo in sì difficile e bella scienza, di
    che lode infinita merita egli per la impossibilità e per la grossezza del se-
    colo in che nacque, e molto più che s'egli ritrovata l'avesse. E ciò
30   fu cagione che Giotto suo creato, mosso dalla ambizione della fama et
    aiutato dal cielo e dalla natura, andò tanto alto col pensiero ch'aperse la
    porta della verità a coloro che ànno ridotto tal mestiero a lo stupore
    et a la maraviglia che veggiamo nel secol nostro. In qual avezzo
    ogni dì a vedere le maraviglie e i miracoli e le impossibilità degli artefici
35   in questa arte, è condotto oggimai a tale che di cosa fatta dagli uomini,
    benché più divina che umana sia, punto non istupisce, e buon per coloro
    che lodevolmente s'affaticano, se in cambio d'esser lodati et ammirati
    non ne riportassero biasimo et il più delle volte vergogna.
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