Volume 2

Edizione Giuntina
    capella in S. Trinita fece una Nunziata in fresco molto bella, e nella
    chiesa di S. Apostolo nella tavola dell'altar maggiore a tempera fece lo
    Spirito Santo quando è mandato sopra gl'Apostoli in lingue di fuoco.
    In S. Lucia de' Bardi fece similmente una tavoletta, e in S. Croce
5   un'altra maggiore, nella capella di S. Giovanni Battista che fu dipinta
    da Giotto.
    Dopo queste cose essendo dai sessanta cittadini che governavano
    Arezzo, per lo gran nome che aveva acquistato lavorando in Fiorenza,
    là richiamato, gli fu fatto dipignere dal Comune nella chiesa del
10   Duomo Vecchio fuor della città la storia de' Magi, e nella capella di
    S. Gismondo un San Donato che con la benedizione fa crepare un
    serpente. Parimente in molti pilastri di quel Duomo fece diverse fi-
    gure, et in una facciata la Madalena che in casa di Simone unge i
    piedi a Cristo, con altre pitture delle quali non accade far menzione,
15   essendo oggi quel tempio, che era pieno di sepolture, d'ossa di Santi
    e d'altre cose memorabili, del tutto rovinato. Dirò bene, acciò che
    d'esso almeno resti questa memoria, che essendo egli stato edificato
    dagl'Aretini più di mille e trecento anni sono, allora che di prima
    vennero alla fede di Gesù Cristo convertiti da S. Donato, il
20   quale fu poi vescovo di quella città, e' gli fu dedicato a suo nome et
    ornato di fuori e di dentro riccamente di spoglie antichissime. Era la
    pianta di questo edifizio, del quale si è lungamente altrove ragionato,
    dalla parte di fuori in sedici facce divisa e dentro in otto, e tutte erano
    piene delle spoglie di que' tempii che prima erano stati dedicati
25   agl'idoli: e insomma egli era quanto può esser bello un così fatto
    tempio antichissimo, quando fu rovinato. Dopo le molte pitture fatte
    in Duomo, dipinse Spinello in S. Francesco, nella capella de' Mar-
    supini, papa Onorio quando conferma et appruova la Regola d'esso
    Santo, ritraendovi Innocenzio Quarto di naturale, dovunque egli se
30   l'avesse. Dipinse ancora nella medesima chiesa, nella capella di
    S. Michelagnolo, molte storie di lui, lì dove si suonano le campane,
    e poco di sotto alla capella di messer Giuliano Baccio una Nunziata
    con altre figure che sono molto lodate: le quali tutte opere fatte in
    questa chiesa furono lavorate a fresco con una pratica molto risoluta
35   dal 1334 insino al 1338.
    Nella Pieve poi della medesima città dipinse la capella di S. Pie-
    ro e S. Paulo, di sotto a essa quella di S. Michelagnolo, e per la
    Fraternita di S. Maria della Misericordia, pur da quella banda, in
    fresco la capella di S. Iacopo e Filippo; e sopra la porta principale
40   della Fraternita - ch'è in piazza -, cioè nell'arco, dipinse una Pietà
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