Volume 2

Edizione Giuntina
    che coloro i quali vanno investigando le difficultà delle rare inven-
    zioni, hanno eglino ancora la memoria ch'e' lasciano tra l'altre cose
    maravigliose.
    Dicono a Siena che Duccio diede l'anno 1348 il disegno della
5   capella che è in piazza nella facciata del palazzo principale, e si legge
    che visse ne' tempi suoi e fu della medesima patria Moccio scultore
    et architetto ragionevole, il quale fece molte opere per tutta Toscana,
    e particolarmente in Arezzo nella chiesa di S. Domenico una se-
    poltura di marmo per uno de' Cerchi, la quale sepoltura fa sostegno
10   et ornamento all'organo di detta chiesa; e se a qualcuno paresse che
    ella non fusse molto ecc[ellente] opera, se si considera che egli la
    fece essendo giovanetto l'anno 1356, ella non sarà se non ragionevole.
    Servì costui nell'Opera di S. Maria del Fiore per sottoarchitetto e
    per scultore, lavorando di marmo alcune cose per quella fabrica- et
15   in Arezzo rifece la chiesa di S. Agostino, che era piccola, nella ma-
    niera che ell'è oggi, e la spesa fecero gl'eredi di Piero Saccone de'
    Tarlati, secondo che aveva egli ordinato prima che morisse in Bib-
    biena, terra del Casentino. E perché Moccio condusse questa chiesa
    senza volte e caricò il tetto sopra gl'archi delle colonne, egli si mise
20   a un gran pericolo e fu veramente di troppo animo. Il medesimo fece
    la chiesa e convento di S. Antonio che inanzi all'assedio di Firenze
    era alla Porta a Faenza e che oggi è del tutto rovinato, e di scultura
    la Porta di S. Agostino in Ancona, con molte figure et orna-
    menti simili a quelli che sono alla Porta di S. Francesco della città
25   medesima. Nella quale chiesa di S. Agostino fece anco la sepoltura
    di fra' Zenone Vigilanti, vescovo e generale dell'Ordine di detto Santo
    Agostino, e finalmente la loggia de' Mercatanti di quella città, che
    dopo ha ricevuti, quando per una cagione e quando per un'altra,
    molti miglioramenti alla moderna et ornamenti di varie sorte. Le
30   quali tutte cose, comeché siano a questi tempi molto meno che ra-
    gionevoli, furon allora, secondo il sapere di quegl'uomini, assai lodate.
    Ma tornando al nostro Duccio, furono l'opere sue intorno agl'anni
    di nostra salute 1350.
    Fine della Vita di Duccio pittore sanese.
- pagina 261 -

Edizione Torrentiniana
35   i quali vanno investigando le difficultà delle rare invenzioni, hanno
    eglino ancora le memorie ch'e' lasciano tra l'altre cose maravigliose.
    Truovansi l'opere di costui fatte nel MCCCXLIX.
- pagina 261 -
pagina precedentepagina successiva