Volume 2

Edizione Giuntina
    non piccola lode, e massimamente per essersi così ben mantenuto
    che par fatto pur ieri. Più di sotto è ritratto il detto Ciuccio ginoc-
    chioni e armato a' piè della croce. Nella Pieve della medesima città
    lavorò alla capella de' Paganelli molte storie di Nostra Donna, e vi
5   ritrasse di naturale il Beato Rinieri, uomo santo e profeta di quella
    casata, che porge limosine a molti poveri che gli sono intorno. In
    S. Bartolomeo ancora dipinse alcune storie del Testamento Vecchio
    e la storia de' Magi, e nella chiesa dello Spirito Santo fece alcune
    storie di S. Giovanni Evangelista, et in alcune figure il ritratto di sé
10   e di molti amici suoi, nobili di quella città.
    Ritornato dopo queste opere alla patria sua, fece in legno molte
    pitture e piccole e grandi, ma non vi fece lunga dimora perché, con-
    dotto a Firenze, dipinse in S. Spirito la capella di S. Nicolò di cui
    avemo di sopra fatto menzione, che fu molto lodata, et altre cose
15   che furono consumate dal miserabil incendio di quella chiesa.
    In San Gimignano di Valdelsa lavorò a fresco nella Pieve alcune storie
    del Testamento Nuovo, le quali avendo già assai presso alla fine con-
    dotte, stranamente dal ponte a terra cadendo, si pestò di maniera
    dentro e sì sconciamente s'infranse ch'in spazio di due giorni, con
20   maggior danno dell'arte che suo che a miglior luogo se n'andò, passò
    di questa vita. E nella Pieve predetta i Sangimignanesi, onorandolo
    molto nell'essequie, diedero al corpo suo onorata sepoltura, tenendo-
    lo in quella stessa reputazione morto che vivo tenuto l'avevano, e
    non cessando per molti mesi d'appiccare intorno al sepolcro suo
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Edizione Torrentiniana
25   Ritornò di quivi a la patria sua et in legno vi fece alcune pitture di
    figure e piccole e grandi, ma non vi fece lunga dimora perché, condotto in
    Fiorenza, ebbe a dipignere in Santo Spirito la cappella di Santo Nic-
    colò, opera grandemente lodata allora, ma consumata e guasta dipoi dal
    fuoco con tutti gli altri ornamenti e pitture nel miserabile incendio di
30   quella chiesa. A San Gimignano di Valdelsa lavorò a fresco nella
    Pieve storie del Testamento Vecchio, le quali appresso il fine avendo già
    condotte, stranamente dal ponte a terra cadendo, talmente dentro si
    pestò e si infranse sì sconciamente che in spazio di due giorni, con mag-
    gior danno dell'arte che suo che a miglior luogo se ne andava, di
35   questa a l'altra vita passò. E nella Pieve predetta i Sangimignanesi,
    onorandolo molto nelle esequie, diedero al corpo suo onorata sepoltura,
    tenendolo in quella riputazione così morto che e' lo avevano tenuto vivo,
    e non cessando per molti mesi di appic[c]are intorno al sepolcro suo
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