Volume 2

Edizione Giuntina
    condotto, et insomma ogni cosa di quell'opera così vivamente lavora-
    ta che ben parve che in quest'opera il Berna s'immaginasse quel caso
    orribilissimo come dee essere e pieno di acerbissimo e crudo spa-
    vento, poiché lo ritrasse così bene col pennello che la cosa stessa ap-
5   parente in atto non moverebbe maggiore affetto. Nella città di Cor-
    tona ancora dipinse, oltre a molte altre cose sparse in più luoghi di
    quella città, la maggior parte delle volte e delle facciate della chiesa di
    S. Margherita, dove oggi stanno Frati Zoccolanti.
    Da Cortona andato a Arezzo l'anno 1369, quando apunto i Tarlati,
10   già stati signori di Pietramala, avevano in quella città fatto finire il
    convento e il corpo della chiesa di S. Agostino da Moccio scultore et
    architettore sanese - nelle minori navate del quale avevano molti cit-
    tadini fatto fare capelle e sepolture per le famiglie loro -, il Berna vi
    dipinse a fresco nella capella di S. Iacopo alcune storiette della vita di
15   quel Santo, e sopra tutto molto vivamente la storia di Marino barat-
    tiere; il quale avendo per cupidigia di danari dato, e fattone scritta di
    propria mano, l'anima al diavolo, si raccomanda a S. Iacopo perché lo
    liberi da quella promessa, mentre un diavolo col mostrargli lo scritto
    gli fa la maggior calca del mondo. Nelle quali tutte figure espresse il
20   Berna con molta vivacità gl'affetti dell'animo, e particolarmente nel
    viso di Marino da un canto la paura e dall'altro la fede e sicurezza, che
    gli fa sperare da S. Iacopo la sua liberazione se bene si vede incontro
    il diavolo brutto a maraviglia che prontamente dice e mostra le sue
    ragioni al Santo, che dopo avere indotto in Marino estremo penti-
25   mento del peccato e promessa fatta, lo libera e tornalo a Dio. Questa
    medesima storia, dice Lorenzo Ghiberti, era di mano del medesimo
    in S. Spirito di Firenze, inanzi ch'egli ardesse, in una capella de'
    Capponi intitolata in S. Niccolò. Dopo quest'opera, dunque, dipinse
    il Berna nel Vescovado d'Arezzo, per messer Ciuccio di Vanni Tarlati
30   da Pietramala, in una capella un Crucifisso grande e a' piè della
    croce una Nostra Donna, S. Giovanni Evangelista e S. Francesco in
    atto mestissimo e un S. Michelagnolo, con tanta diligenza che merita
- pagina 254 -

Edizione Torrentiniana
    molto bene atteggiato e condotto. E ben parve in questa opera che il
    Berna si imaginasse quel caso orribile, pieno di acerbo e crudo spavento,
35   perché e' lo espresse sì vivamente col suo pennello che la cosa stessa appa-
    rente in atto non moverebbe maggiore affetto. Nella città di Cortona di-
    pinse ancora molte cose, ma sparse in diversi luoghi, et acquistovvi et
    utile e fama.
- pagina 254 -
pagina precedentepagina successiva