Volume 2

Edizione Giuntina
    parermi che ella fusse quasi derelitta, l'ho di maniera restaurata che
    si può dire ch'ella sia da morte tornata a vita: perché oltre all'averla
    illuminata, essendo oscurissima, con avere accresciute le finestre che
    prima vi erano e fattone dell'altre, ho levato anco il coro, che essendo
5   dinanzi occupava gran parte della chiesa, e, con molta sodisfazione di
    que' signori canonici, postolo dietro l'altare maggiore. Il quale al-
    tare nuovo, essendo isolato, nella tavola dinanzi ha un Cristo che
    chiama Pietro et Andrea dalle reti, e dalla parte del coro è, in un'al-
    tra tavola, San Giorgio che occide il serpente; dagli lati sono quattro
10   quadri et in ciascuno d'essi due Santi grandi quanto il naturale. So-
    pra poi, e da basso nelle predelle, è una infinità d'altre figure che per
    brevità non si raccontano. L'ornamento di questo altare è alto braccia
    tredici e la predella alta braccia due. E perché dentro è vòto, e vi si
    va con una scala per uno uscetto di ferro molto bene accommodato,
15   vi si serbano molte venerande reliquie che di fuori si possono vedere
    per due grate che sono dalla parte dinanzi, e fra l'altre vi è la testa
    di San Donato vescovo e protettor di quella città, et in una cassa di
    mischio di braccia tre, la quale ho fatta fare di nuovo, sono l'ossa di
    quattro Santi. E la predella dell'altar[e], che a proporzione lo cin-
20   ge tutto intorno intorno, ha dinanzi il tabernacolo overo ciborio
    del Sagramento di legname intagliato e tutto dorato, alto braccia
    tre incirca; il quale tabernacolo è tutto tondo e si vede così dalla
    parte del coro come dinanzi. E perché non ho perdonato né a fati-
    ca né a spesa nessuna parendomi esser tenuto a così fare in onor
25   di Dio, questa opera, per mio giudizio, ha tutti quegli ornamen-
    ti d'oro, d'intagli, di pitture, di marmi, di trevertini, di mischî e maggiori.
    Ma tornando oramai a Pietro Laurati, finita la tavola di cui si è
    di sopra ragionato, lavorò in San Piero di Roma molte cose, che poi
    sono state rovinate per fare la fabrica nuova di San Piero. Fece ancora
30   alcune opere in Cortona, et in Arezzo, oltre quelle che si son dette,
    alcun'altre nella chiesa di Santa Fiora e Lucilla monasterio de' Mo-
    naci Neri, et in particolare in una capella un San Tommaso che pone
    a Cristo nella piaga del petto la mano.
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Edizione Torrentiniana
    per la dolcezza che vi si vede merita sommamente da ogni artefice loda et
    onore. Poco dapoi lavorò in Cortona, et in Arezzo fece nella badia
    di Santa Fiora e Lucilla monistero de' Monaci Neri, in una cappella,
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