Volume 2

Edizione Giuntina
    a molte cose, ma non le potette finire, perché essendosi per la
    mutazione dell'aria ammalato, fu forzato tornarsene a Firenze, dove
    avendo riavuto la sanità, fece nel tramezzo della chiesa di Santa Croce,
    nella cappella degl'Asini, a fresco, la storia del martirio di San Marco
5   quando fu stracinato, con molte figure che hanno del buono. Es-
    sendo poi condotto per essere stato discepolo di Giotto, fece a fresco
    in San Piero di Roma, nella cappella maggiore dove è l'altare di
    detto Santo, alcune storie di Cristo fra le finestre che sono nella
    nic[c]hia grande, con tanta diligenza che si vede che tirò forte
10   alla maniera moderna, trapassando d'assai nel disegno e nell'altre
    cose Giotto suo maestro. Dopo questo fece in Araceli, in un pilastro
    accanto alla cappella maggiore a man sinistra, un San Lodovico in
    fresco, che è molto lodato per avere in sé una vivacità non stata insino
    a quel tempo neanche da Giotto messa in opera. E nel vero aveva
15   Stefano gran facilità nel disegno, come si può vedere nel detto nostro
    libro in una carta di sua mano nella quale è disegnata la Trasfigura-
    zione ch'e' fece nel chiostro di Santo Spirito, in modo che, per mio
    giudizio, disegnò molto meglio che Giotto.
    Andato poi ad Ascesi, cominciò a fresco una storia della Gloria
20   Celeste nella nicchia della cappella maggiore nella chiesa di sotto di
    San Francesco, dove è il coro, e se bene non la finì, si vede in quello
    che fece usata tanta diligenza quanta più non si potrebbe disiderare.
    Si vede in questa opra cominciato un giro di Santi e Sante, con tanta
    bella varietà ne' volti de' giovani, degl'uomini di mezza età e de' vec-
25   chi che non si potrebbe meglio disiderare, e si conosce in quegli spiriti
    beati una maniera dolcissima e tanto unita che pare quasi impossibile
    che in que' tempi fusse fatta da Stefano, che pur la fece, se bene non
    sono delle figure di questo giro finite se non le teste; sopra le quali è
    un coro d'Angeli che vanno scherzando in varie attitudini, et accon-
30   ciamente portando in mano figure teologiche sono tutti vòlti verso un
    Cristo crucifisso, il quale è in mezzo di questa opera, sopra la testa
    d'un San Francesco che è in mezzo a una infinità di Santi. Oltre ciò
    fece nel fregio di tutta l'opera alcuni Angeli, de' quali ciascuno tiene
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Edizione Torrentiniana
    principio, ma finir non le potette essendosi per la mutazione dell'aria
35   ammalato di sorte che gli convenne tornare a Fiorenza. Dove essendo
    ritornato nella sua prima sanità, non passò molto tempo che fu condotto
    ad Ascesi; e quivi cominciò una storia e mez[z]a la finì, la quale lavo-
    rò con somma diligenzia e con sommo amore.
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