Volume 5

Edizione Giuntina
    volta lasciato le bozze per finite, tanto a fatica sgrossate, che si veggio-
    no i colpi de' pennegli fatti dal caso e dalla fierezza, più tosto che dal
    disegno e dal giudizio. Ha dipinto quasi di tutte le sorti pitture a
    fresco, a olio, ritratti di naturale, et ad ogni pregio, di maniera che
5   con questi suoi modi ha fatto e fa la maggior parte delle pitture che
    si fanno in Vinezia. E perché nella sua giovanezza si mostrò in molte
    bell'opere di gran giudizio, se egli avesse conosciuto il gran principio
    che aveva dalla natura, et aiutatolo con lo studio e col giudizio, come
    hanno fatto coloro che hanno seguitato le belle maniere de' suoi mag-
10   giori, e non avesse, come ha fatto, tirato via di pratica, sarebbe stato
    uno de' maggiori pittori che avesse avuto mai Vinezia. Non che per
    questo si toglia che non sia fiero e buon pittore, e di spirito svegliato,
    capriccioso e gentile.
    Essendo dunque stato ordinato dal Senato che Iacopo Tintoretto
15   e Paulo Veronese, allora giovani di grande speranza, facessero una
    storia per uno nella sala del gran Consiglio, et una Orazio
    figliuolo di Tiziano, il Tintoretto dipinse nella sua Federigo Barba-
    rossa coronato dal Papa, figurandovi un bellissimo casamento et in-
    torno al Pontefice gran numero di cardinali e di gentiluomini vini-
20   ziani, tutti ritratti di naturale, e da basso la musica del Papa. Nel che
    tutto si portò di maniera, che questa pittura può stare a canto a quella
    di tutti e d'Orazio detto; nella quale è una battaglia fatta a Roma fra
    i Todeschi del detto Federigo et i Romani, vicina a Castel Sant'Agnolo
    et al Tevere; et in questa è fra l'altre cose un cavallo in iscorto, che
25   salta sopra un soldato armato, che è bellissimo; ma vogliono alcuni
    che in quest'opera Orazio fusse aiutato da Tiziano suo padre. Appres-
    so a queste Paulo Veronese, del quale si è parlato nella Vita di Mi-
    chele San Michele, fece nella sua il detto Federigo Barbarossa che,
    appresentatosi alla corte, bacia la mano a papa Ottaviano in pregiu-
30   dizio di papa Alessandro Terzo; et oltre a questa storia, che fu bel-
    lissima, dipinse Paulo sopra una finestra quattro gran figure: il Tem-
    po, l'Unione, con un fascio di bacchette, la Pacienza e la Fede, nelle
    quali si portò bene quanto più non saprei dire. Non molto dopo,
    mancando un'altra storia in detta sala, fece tanto il Tintoretto, con
35   mezzi e con amici, ch'ella gli fu data a fare; onde la condusse di ma-
    niera che fu una maraviglia e che ella merita di essere fra le migliori
    cose, che mai facesse, annoverata: tanto poté in lui il disporsi di voler
    paragonare, se non vincere e superare, i suoi concorrenti che avevano
    lavorato in quel luogo. E la storia che egli vi dipinse, acciò anco da
40   quei che non sono dell'arte sia conosciuta, fu papa Alessandro che
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