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non vi trovando né amici né parenti, e conoscendo che quella stanza |
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non faceva per lui, tardi pentito d'essersi portato ingratamente con |
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Niccolò, tornò in Lombardia a servire i figliuoli di don Ferrante. |
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Ma non passò molto che, infermandosi a morte, fece testamento, e |
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lasciò alla sua comunità di Prato dieci mila scudi, perché ne compe- |
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rasse tanti beni e facesse un'entrata per tenere continuamente in |
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studio un certo numero di scolari pratesi, nella maniera che ella ne |
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teneva e tiene alcun'altri, secondo un altro lascio. E così è stato ese- |
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guito dagl'uomini della terra di Prato, [che] come conoscenti di tanto |
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benefizio, che in vero è stato grandissimo e degno d'eterna memoria, |
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hanno posta nel loro Consiglio, come di benemerito della patria, l'i- |
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magine di esso Domenico. |