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carne bianca e rubiconda, et aveva la lingua alquanto impedita, o non |
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bene sciolta. Furono discepoli suoi Lionardo del Tasso fiorentino, il |
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quale in Santo Ambruogio sopra la sepoltura loro fece un San Seba- |
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stiano di legno, e similmente lavorò di marmo la tavola alle monache |
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di Santa Chiara; et Iacopo Sansovino fiorentino, così nominato |
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dal suo maestro, il quale in Fiorenza fece a Giovan Bartolini un Bacco |
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di marmo, ch'è tenuto miracolosissimo e la più bella opera di grazia e |
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di maniera che per tale effetto ne' moderni sia stata lavorata. Fece |
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nell'opra di Santa Maria del Fiore il San Iacopo apostolo, figura mi- |
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rabile; et a Roma, et ultimamente a Vinegia, ha paragonato e di bella |
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maniera passato Andrea suo maestro. Per il che le mirabili virtù sue |
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hanno meritato che la Signoria di Vinegia lo onori, e con provisione lo |
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trattenga, acciò con la bellezza del suo ingegno possa fare onorate e |
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pregiate opere, come fece Andrea suo maestro. Il quale all'arte dell'ar- |
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chitettura aggiunse molti termini di misure et ordini di tirar pesi, et |
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un modo di diligenzia che non s'era per inanzi a lui usato in quel modo; |
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e nell'altra condusse a una perfezzione il marmo nel lavorarlo, che nes- |
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suno meglio le difficultà di quello, con la facilità come Andrea, ha lavo- |
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rato: onde fra gli artefici ha ottenuto lode di mirabilissimo ingegno e |
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benefattore di tali esercizii. |