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solenni in sull'altare di detto Santo o in altro luogo come cosa rara. |
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Mentre che Gherardo andava queste cose lavorando, furono re- |
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cate in Fiorenza alcune stampe di maniera tedesca fatte da Martino |
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e da Alberto Duro; per che, piacendogli molto quella sorte d'inta- |
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glio, si mise col bulino a intagliare, e ritrasse alcune di quelle carte |
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benissimo, come si può veder in certi pezzi che ne sono nel nostro |
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libro insieme con alcuni disegni di mano del medesimo. Dipinse |
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Gherardo molti quadri che furono mandati di fuori, de' quali uno |
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n'è in Bologna nella chiesa di S. Domenico alla cappella di S. Ca- |
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terina da Siena, dentrovi essa Santa benissimo dipinta; et in S. |
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Marco di Firenze fece sopra la tavola del Perdono un mezzo tondo |
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pieno di figure molto graziose. Ma quanto sodisfaceva costui agl'altri, |
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tanto meno sodisfaceva a sé in tutte le cose, eccetto nel musaico; nella |
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qual sorte di pittura fu più tosto concorrente che compagno a Dome- |
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nico Ghirlandaio; e se fusse più lungamente vivuto, sarebbe in quel- |
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lo divenuto eccellentissimo, perché vi durava fatica volentieri, |
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e aveva trovato in gran parte i segreti buoni di quell'arte. |
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Vogliono alcuni che Attavante, altrimenti Vante, miniator fioren- |
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tino del quale si è ragionato di sopra in più d'un luogo, fusse, sì |
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come fu Stefano, similmente miniatore fiorentino, discepolo di Ghe- |
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rardo; ma io tengo per fermo, rispetto all'essere stato l'uno e l'altro |
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in un medesimo tempo, che Attavante fusse più tosto amico, com- |
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pagno e coetaneo di Gherardo che discepolo. Morì Gherardo essendo |
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assai ben oltre con gl'anni, lassando a Stefano suo discepolo tutte le |
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cose sue dell'arte. Il quale Stefano non molto dopo datosi all'archi- |
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tettura, lasciò il miniare e tutte le cose sue appartenenti a quel me- |
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stiero al Boccardino Vecchio, il qual minio la maggior parte de' li- |
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bri che sono nella Badia di Firenze. |
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Morì Gherardo d'anni 63, e furono l'opere sue intorno agl'anni |
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di nostra salute 1470. |