Volume 3

Edizione Torrentiniana
   
GALASSO FERRARESE.
   
PITTORE.
    Quando in una città dove non sono eccellenti artefici vengono forestieri
    a fare opere, sempre si desta l'ingegno a qualcuno, che si sforza dipoi, con
5   l'apprendere quella medesima arte, far sì che nella sua città non abbino
    più a venire gli strani per abbellirla da quivi inanzi e portarne le facultà,
    le quali si ingegna di meritare egli con la virtù, e di acquistarsi quelle
    ricchezze che troppo gli parsono belle ne' forestieri. Il che chiaramente
    fu manifesto in Galasso Ferrarese, il quale veggendo Pietro dal Borgo a
10   San Sepolcro rimunerato da quel Duca dell'opre e delle cose che lavorò
    et oltra ciò onoratamente tratenuto in Ferrara, fu per tale esempio
    incitato dopo la partita di quello di darsi alla pittura, talmente che in
    Ferrara acquistò fama di buono et eccellente maestro. La qual cosa lo
    fece tanto più grato in quel luogo, quanto nello andare a Vinegia imparò
15   il colorire a olio e lo portò a Ferrara; per che fece poi infinite figure in tal
    maniera, che sono per Ferrara sparte in molte chiese. Appresso venuto-
    sene a Bologna condottovi da alcuni frati di San Domenico, fece ad
    olio una cappella in San Domenico: e così il grido di lui crebbe insieme
    col credito. Per che appresso questo lavorò a Santa Maria del Monte
20   fuor di Bologna, luogo de' Monaci Neri, e fuor della Porta di San
    Mammolo, molte pitture in fresco; e così alla Casa di Mez[z]o, per
    questa medesima strada, fu la chiesa tutta dipinta di man sua et a
    fresco lavorata, ne [la] quale egli fece le storie del Testamento Vecchio.
    Visse sempre costumatissimamente e si dimostrò molto cortese e pia-
25   cevole, nascendo ciò per lo essere più uso fuor della patria sua a vivere
    et ad abitare che in quella. Vero è che per non essere egli molto regolato
    nel viver suo, non durò molto tempo in vita, andandosene, di anni cin-
    quanta o circa, a quella vita che non ha fine. Onorato dopo la morte da
    uno amico di questo epitaffio:
30   GALASSUS FERRARIEN.
    SUM TANTO STUDIO NATURAM IMITATUS ET ARTE
    DUM PINGO RERUM QUAE CREAT ILLA PARENS.
    HAEC UT SAEPE QUIDEM NON PICTA PUTAVERIT A ME
    A SE CREDIDERIT SED GENERATA MAGIS.
35   In questi tempi medesimi fu Cosmè da Ferrara pure, del quale si veggono
    in San Domenico di detta città una cappella, e nel Duomo duoi sportelli che
    serrano lo organo di quello. Costui fu migliore disegnatore che pittore; e
    per quanto io ne abbia possuto ritrarre, non dovette dipigner molto.
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