Volume 3

Edizione Giuntina
   
VITA DI FRANCESCO DI GIORGIO.
   
SCULTORE ET ARCHITETTO.
   
E DI LORENZO VECCHIETTO.
   
SCULTORE E PITTORE.
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SANESI.
    Francesco di Giorgio sanese, il quale fu scultore et architetto eccel-
    lente, fece i due Angeli di bronzo che sono in sull'altar maggiore
    del Duomo di quella città, i quali furono veramente un bellissimo
    getto, e furon poi rinetti da lui medesimo con quanta diligenza sia
10   possibile imaginarsi. E ciò potette egli fare commodamente, essendo
    persona non meno dotata di buone facultà che di raro ingegno, onde
    non per avarizia ma per suo piacere lavorava quando bene gli veniva
    e per lasciar dopo sé qualche onorata memoria. Diede anco opera
    alla pittura e fece alcune cose, ma non simili alle sculture. Nell'ar-
15   chitettura ebbe grandissimo giudizio e mostrò di molto bene inten-
    der quella professione, e ne può far ampia fede il palazzo che egli
    fece in Urbino al duca Federigo Feltro, i cui spartimenti sono fatti
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Edizione Torrentiniana
   
FRANCESCO DI GIORGIO.
   
SCULTORE ET ARCHITETTO SANESE.
20   Lo ornamento della virtù di chi nasce non può esser maggior nel mondo
    che quello della nobiltà e quello dei buoni costumi, i quali hanno forza
    di trarre al sommo di qualsivoglia fondo ogni smarrito ingegno et ogni
    nobile intelletto. Onde coloro che praticano con questi tali invaghiscono
    non solamente delle parti buone che in essi veggano oltra la virtù, ma
25   si fanno schiavi del suggetto bello di vedere in un sol ramo inestati tanti
    saporiti frutti, l'odore e 'l gusto de' quali recano gli uomini a essere ricor-
    dati dopo la morte e che di essi di continuo si scrivino memorie, come
    veramente merita che lodate e scritte siano le azzioni di Francesco di
    Giorgio scultor sanese. Il quale non manco fu eccellente e raro scultore
30   ch'egli si fosse architetto, come apertamente mostrano le figure da lui
    dopo la morte lasciate a Siena sua patria; le quali di bronzo con bellis-
    simo getto furono due Angeli, oggi locati su lo altar maggiore del Duomo
    di quella città, i quali egli con sua grandissima comodità fece e rinettò.
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