Volume 2

Edizione Giuntina
   
VITA DI SPINELLO ARETINO
   
PITTORE.
    Essendo andato ad abitare in Arezzo - quando una volta fra l'altre
    furono cacciati di Firenze i Ghibellini - Luca Spinelli, gli nacque in
5   quella città un figliuolo, al quale pose nome Spinello, tanto inclinato
    da natura all'essere pittore che quasi senza maestro, essendo ancor
    fanciullo, seppe quello che molti esercitati sotto la disciplina d'otti-
    mi maestri non sanno; e quello che è più, avendo avuto amicizia
    con Iacopo di Casentino mentre lavorò in Arezzo e imparato da lui
10   qualche cosa, prima che fusse di venti anni fu di gran lunga molto
    migliore maestro, così giovane, che esso Iacopo già pittore vecchio
    non era.
    Cominciando dunque Spinello a esser in nome di buon pittore,
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Edizione Torrentiniana
   
SPINELLO ARETINO
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PITTORE.
    Quando un solo è cagione di illustrare una virtù usatasi roz[z]amente in
    una patria già per molti anni, e rendendole il vero splendore la fa cono-
    scere per lodata et ispiritosa, pare che tutti quegli che di sapere e di
    virtù operano si voltino a lodarlo, a favorirlo, a inalzarlo et ad onorarlo,
20   di maniera che molto si sente caricare il peso delle fatiche quel tale in
    cercare d'inalzarsi in quella virtù o scienza, attesoché diventano obbligati
    agli onori tutti coloro a' quali per le virtù e per le fatiche son fatti com-
    modi e favori nell'arte ingegnose che hanno apprese; come fu fatto in
    Arezzo a Spinello di Luca Spinelli pittore, il quale dopo la morte di
25   Giotto e Taddeo Gaddi, svegliato dal bello ingegno che aveva, imparò
    la bella arte della pittura, essendo già dimenticata in quella città la ma-
    niera de' Greci vecchi, per non avere atteso aretino alcuno, da Marghe-
    ritone insino a Spinello, a quello esercizio, ancora che Giotto e Taddeo
    et Iacopo di Casentino vi avessino lavorato molte cose.
30   Spinello adunque, essendo chiamato dal cielo a suscitare nella patria
    sua una arte tanto ingegnosa e bella, addomesticatosi con Iacopo di
    Casentino imparò da lui il disegno et il modo del lavorare, e con buona
    pratica e grazia fece poi infinite cose, perché invag[h]itosi del mestiero
    non restò mai insino a la morte di esercitarvisi prontamente.
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