Volume 2

Edizione Giuntina
    avendo sopra le porte della città di Fiorenza dalla parte di dentro fatto
    alcune pitture, carico d'anni si morì et in S. Felicita ebbe onorato
    sepolcro l'anno 1380.
    Ma tornando a Iacopo, oltre alle cose dette, al tempo suo ebbe
5   principio, l'anno 1350, la Compagnia e Fraternita de' Pittori; perché
    i maestri che allora vivevano - così della vecchia maniera greca come
    della nuova di Cimabue -, ritrovandosi in gran numero e considerando
    che l'arti del disegno avevano in Toscana, anzi in Fiorenza propria,
    avuto il loro rinascimento, crearono la detta Compagnia sotto il nome
10   e protezzione di S. Luca Evangelista, sì per rendere nell'oratorio di
    quella lode e grazie a Dio e sì anco per trovarsi alcuna volta insieme
    e sovenire così nelle cose dell'anima come del corpo a chi, secondo i
    tempi, n'avesse di bisogno: la qual cosa è anco per molte Arti in uso
    a Firenze, ma era molto più anticamente. Fu il primo loro oratorio
15   la capella maggiore dello Spedale di S. Maria Nuova, il quale fu loro
    concesso dalla famiglia de' Portinari. E quelli che primi con titolo di
    capitani governarono la detta Compagnia furono sei et inoltre due
    consiglieri e due camarlinghi, come nel vecchio libro di detta Com-
    pagnia, cominciato allora, si può vedere. Il primo capitolo del quale
20   comincia così:
    «Questi capitoli et ordinamenti furono trovati e fatti da' buoni e
    discreti uomini dell'Arte de' Dipintori di Firenze et al tempo di Lapo
    Gucci dipintore, Vanni Cinuzzi dipintore, Corsino Buonaiuti dipin-
    tore, Pasquino Cenni dipintore, Segna d'Antignano dipintore. Con-
25   siglieri furono Bernardo Daddi e Iacopo di Casentino dipintori, e
    camarlinghi Consiglio Gherardi e Domenico Pucci dipintori».
    Creata la detta Compagnia in questo modo, di consenso de' capi-
    tani e degl'altri fece Iacopo di Casentino la tavola della loro capella,
    facendo in essa un S. Luca che ritrae la Nostra Donna in un quadro,
30   e nella predella da un lato gl'uomini della Compagnia e dall'altro
    tutte le donne ginocchioni. Da questo principio, quando raunandosi
    e quando no, ha continuato questa Compagnia insino a che ella si è
    ridotta al termine che ell'è oggi, come si narra ne' nuovi Capitoli di
    quella, approvati dall'illustrissimo signor duca Cosimo protettore be-
35   nignissimo di queste arti del disegno.
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Edizione Torrentiniana
    di detta chiesa. Sopra le porte della città di Fiorenza, da la parte di
    dentro, quelle dipinse, e d'anni carico morendo, in Santa Felicita gli fu
    dato onorato sepolcro l'anno MCCCLXXX.
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