Volume 2

Edizione Giuntina
   
VITA DI BUONAMICO BUFFALMACCO
   
PITTOR FIORENTINO.
    Buonamico di Cristofano detto Buffalmac[c]o pittore fiorentino, il
    qual fu discepolo d'Andrea Tafi, e come uomo burlevole celebrato
5   da messer Giovanni Boccaccio nel suo Decamerone, fu, come si sa,
    carissimo compagno di Bruno e di Calandrino, pittori ancor essi
    faceti e piacevoli e, come si può vedere nell'opere sue sparse per
    tutta Toscana, di assai buon giudizio nell'arte sua del dipignere.
    Racconta Franco Sacchetti nelle sue Trecento Novelle, per comin-
10   ciarmi dalle cose che costui fece essendo ancor giovinetto, che stan-
    do Buffalmacco mentre era garzone con Andrea, che aveva per costu-
    me il detto suo maestro, quando erano le notti grandi, levarsi inanzi
    giorno a lavorare e chiamare i garzoni alla veg[g]hia; la qual cosa
    rincrescendo a Buonamico, che era fatto levar in sul buon del dor-
15   mire, andò pensando di trovar modo che Andrea si rimanesse di levarsi
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Edizione Torrentiniana
   
BUONAMICO BUFFALMACCO
   
PITTOR FIORENTINO.
    Non fece mai la natura un burlevole e con qualche grazia garbato,
    ch'ancora non fosse a caso e da straccurataggine accompagnato nel vi-
20   ver suo. E nientedimeno si truovano alle volte costoro sì diligenti, per
    la dolcezza dell'amicizia, nelle comodità di coloro che amano, che per
    fare i fatti loro il più delle volte dimenticano se medesimi. Onde, se co-
    storo usassero la astuzia ch'è lor data dal cielo, si leverebbono dattorno
    quella necessità che nasce nelle vecchiezze loro e negli infortunî ove si
25   veggono incorrere il più delle volte, e serbandosi il capitale di qualcosa
    delle fatica della giovanezza, diventerebbe loro comodità utilissima e ne-
    cessaria in quel tempo proprio ove sono tutte le miserie e tutte le incomo-
    dità: e certamente chi ciò fa, s'assicura benissimo per la vecchiaia e vive
    con minor sospetto e con maggior contentezza.
30   Questo non seppe fare Buonamico detto Buffalmacco pittor fiorentino,
    celebrato dalla lingua di messer Giovanni Boccaccio nel suo Decame-
    rone. Fu costui, come si sa, carissimo compagno di Bruno e di Calan-
    drino pittori, e dotato nella pittura di buon giudicio. Lavorò nelle Monache
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