Volume 6

Edizione Giuntina
    e vedutolo molto atto al disegno, lo serviva giornalmente de'
    disegni del Grillandaio, il quale era allora reputato non solo in Fio-
    renza, ma per tutta Italia, de' miglior' maestri che ci fussero. Per lo
    che crescendo giornalmente più il desiderio di fare a Michelagnolo,
5   e Lodovico non potendo diviare che il giovane al disegno non atten-
    desse, e che non ci era rimedio, si risolvé, per cavarne qualche frutto
    e perché egli imparasse quella virtù, consigliato da amici, di accon-
    ciarlo con Domenico Grillandaio.
    Aveva Michelagnolo, quando si acconciò all'arte con Domenico, 14
10   anni; e perché chi ha scritto la Vita sua dopo l'anno 1550 che io scrissi
    queste Vite la prima volta, dicendo che alcuni, per non averlo prati-
    cato, n'han detto cose che mai non furono e lassatone dimolte che
    son degne d'essere notate, e particularmente tócco questo passo, tas-
    sando Domenico d'invidiosetto né che porgessi mai aiuto alcuno a
15   Michelagnolo: il che si vidde essere falso, potendosi vedere per una
    scritta di mano di Lodovico padre di Michelagnolo, scritto sopra i
    libri di Domenico; il qual libro è appresso oggi agli eredi suoi, che
    dice così: « 1488. Ricordo questo dì primo d'aprile, come io Lodo-
    vico di Lionardo di Buonarota acconcio Michelagnolo mio figliuolo
20   con Domenico e Davit di Tommaso di Currado per anni tre prossimi
    a venire, con questi patti e modi: che 'l detto Michelagnolo debba
    stare con i sopradetti detto tempo a imparare a dipignere et a fare
    detto essercizio e ciò i sopradetti gli comanderanno; e detti Dome-
    nico e Davit gli debbon dare in questi tre anni fiorini ventiquattro
25   di sugello: el primo anno fiorini sei, el secondo anno fiorini otto, il
    terzo fiorini dieci, in tutta la somma di lire 96». Et appresso vi è
    sotto questo ricordo, o questa partita, scritta pur di mano di Lodo-
    vico: «Hanne avuto il sopradetto Michelagnolo questo dì 16 d'aprile
    fiorini dua d'oro in oro. Ebbi io Lodovico di Lionardo, suo padre
30   lui, contanti lire 12, 12». Queste partite ho copiate io dal proprio libro
- pagina 6 -

Edizione Torrentiniana
    visto alcuni suoi fogli imbrattati, giudicò essere in lui ingegno da
    farsi in questa arte mirabile e valente. Onde Lodovico, raccomandatosi
    a Domenico del carico che gli pareva avere di sì grave famiglia senza
    trarne utile alcuno, si dispose lasciargli Michele Agnolo; e convennero in-
35   sieme di giusto et onesto salario, che in quel tempo così si costumava.
    Prese Domenico il fanciullo per tre anni, e ne fecero una scrittura, come
    ancora oggi appare a un giornale di Domenico Ghirlandai scritto di sua
    mano, e di mano di esso Lodovico Buonaroti le ricevute tempo per tempo:
- pagina 6 -
pagina precedentepagina successiva