Volume 6

Edizione Giuntina
    vero, per cose piccole di pittura, non si può far meglio. Per lo che gli
    ha finalmente il gentilissimo messer Tommaso de' Cavalieri, che
    sempre l'ha favorito, fatto dipignere con disegni di Michelagnolo una
    tavola, per la chiesa di San Giovanni Laterano, d'una Vergine an-
5   nunziata, bellissima. Il quale disegno di man propria del Buonarruoto,
    da costui imitato, donò al signor duca Cosimo Lionardo Buonarruoti,
    nipote di esso Michelagnolo, insieme con alcuni altri di fortificazioni,
    d'architettura et altre cose rarissime. E questo basti di Marcello, che
    per ultimo attende a lavorare cose piccole, conducendole con vera-
10   mente estrema et incredibile pacienza.
    Di Iacopo del Conte fiorentino, il quale, sì come i sopradetti, abita
    in Roma, si sarà detto a bastanza fra in questo et in altri luoghi, se
    ancora se ne dirà alcun altro particolare. Costui dunque, essendo
    stato infin dalla sua giovanezza molto inclinato a ritrarre di naturale,
15   ha voluto che questa sia stata sua principale professione, ancora che
    abbia, secondo l'occasioni, fatto tavole e lavori in fresco pure assai in
    Roma e fuori. Ma de' ritratti, per non dire di tutti, che sarebbe lun-
    ghissima storia, dirò solamente che egli ha ritratto, da papa Paulo
    Terzo in qua, tutti i Pontefici che sono stati, e tutti i signori et amba-
20   sciatori d'importanza che sono stati a quella corte; e similmente ca-
    pitani d'eserciti e grand'uomini di casa Colonna e degli Orsini, il si-
    gnor Piero Strozzi, et una infinità di vescovi, cardinali et altri gran
    prelati e signori, senza molti letterati et altri galantuomini, che gl'han-
    no fatto acquistare in Roma nome, onore et utile; onde si sta in quella
25   città con sua famiglia molto agiata et onoratamente. Costui, da gio-
    vanetto, disegnava tanto bene che diede speranza, se avesse seguitato,
    di farsi eccellentissimo: e saria stato veramente, ma, come ho detto, si
    voltò a quello a che si sentiva da natura inclinato. Nondimeno non si
    possono le cose sue se non lodare. È di sua mano, in una tavola che è
30   nella chiesa del Popolo, un Cristo morto; et in un'altra che ha fatta in
    San Luigi, alla cappella di San Dionigi, con storie, è quel Santo. Ma
    la più bell'opera che mai facesse si fu dua storie a fresco che già fece,
    come s'è detto in altro luogo, nella Compagnia della Misericordia de'
    Fiorentini - con una tavola d'un Deposto di croce, con i ladroni con-
35   fitti e lo svenimento di Nostra Donna, colorita a olio -, molto belle e
    condotte con diligenzia e con suo molto onore. Ha fatto per Roma
    molti quadri e figure in varie maniere, e fatto assai ritratti interi, ve-
    stiti e nudi, d'uomini e di donne, che sono stati bellissimi, però che
    così erano i naturali. Ha ritratto anco, secondo l'occasioni, molte te-
40   ste di signore, gentildonne e principesse che sono state a Roma; e
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