Volume 6

Edizione Giuntina
    una nicchia al canto di Or' San Michele, dirimpetto a' Cimatori; per
    la quale, ancora che Iacopo facesse più bello modello di terra che
    Baccio, fu allogata nondimeno più volentieri al Montelupo, per esser
    vecchio maestro, che al Sansovino, ancora che fusse meglio l'opera
5   sua, se bene era giovane. Il qual modello è oggi nelle mani degl'eredi
    di Nanni Unghero, che è cosa bellissima; al quale Nanni essendo
    amico allora il Sansovino, gli fece alcuni modelli di putti grandi di
    terra e d'una figura d'un San Niccola da Tolentino, i quali furno fatti
    l'uno e l'altro di legno, grandi quanto il vivo, con aiuto del Sansovino,
10   e posti alla cappella del detto Santo nella chiesa di Santo Spirito.
    Essendo per queste cagioni conosciuto Iacopo da tutti gl'artefici di
    Firenze e tenuto giovane di bello ingegno et ottimi costumi, fu da
    Giuliano da San Gallo, architetto di papa Iulio Secondo, condotto a
    Roma con grandissima satisfazione sua; perciò che, piacendogli oltre
15   modo le statue antiche che sono in Belvedere, si mise a disegnarle;
    onde Bramante, architetto anch'egli di papa Iulio, che allora teneva
    il primo luogo e abitava in Belvedere, visto de' disegni di questo gio-
    vane, e di tondo rilievo uno ignudo a giacere, di terra, che egli aveva
    fatto, il quale teneva un vaso per un calamaio, gli piacque tanto che
20   lo prese a favorire e gli ordinò che dovesse ritrar di cera grande il
    Laocoonte, il quale faceva ritrarre anco da altri, per gettarne poi uno
    di bronzo, cioè da Zaccheria Zachi da Volterra, Alonso Berugetta spa-
    gnolo e [d]al Vecchio da Bologna; i quali, quando tutti furono finiti,
    Bramante fece vederli a Raffael Sanzio da Urbino per sapere chi si
25   fusse d'i quattro portato meglio. Là dove fu giudicato da Raffaello che
    il Sansovino, così giovane, avesse passato tutti gli altri di gran
    lunga. Onde poi, per consiglio di Domenico cardinal Grimani, fu a
    Bramante ordinato che si dovesse fare gittare di bronzo quel di Iaco-
    po; e così fatta la forma e gettatolo di metallo, venne benissimo: là
30   dove rinetto e datolo al cardinale, lo tenne fin che visse non men caro
    che se fusse l'antico; e venendo a morte, come cosa rarissima lo la-
    sciò alla Signoria serenissima di Vinezia, la quale, avendolo tenuto
    molti anni nell'armario della sala del Consiglio de' Dieci, lo donò
    finalmente, l'anno 1534, al cardinale di Loreno, che lo condusse in
35   Francia.
    Mentre che il Sansovino, acquistando giornalmente con li studii
    dell'arte nome in Roma, era in molta considerazione, infermandosi
    Giuliano da San Gallo, il quale lo teneva in casa in Borgo Vecchio,
    quando partì di Roma per venire a Firenze in ceste e mutare aria, gli
40   fu da Bramante trovata una camera pure in Borgo Vecchio nel palazzo
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