Volume 5

Edizione Giuntina
    Mentre che lavorava costui queste cose in Roma, era venuto in
    tanto credito Raffaello da Urbino nella pittura, che gl'amici
    et aderenti suoi dicevano che le pitture di lui erano, secondo l'ordine
    della pittura, più che quelle di Michelagnolo vaghe di colorito, belle
5   d'invenzioni, e d'arie più vezzose e di corrispondente disegno, e che
    quelle del Buonarroti non avevano, dal disegno in fuori, niuna di
    queste parti. E per queste cagioni giudicavano questi cotali Raf-
    faello essere nella pittura, se non più eccellente di lui, almeno pari,
    ma nel colorito volevano che ad ogni modo lo passasse. Questi
10   umori, seminati per molti artefici che più aderivano alla grazia di
    Raffaello che alla profondità di Michelagnolo, erano divenuti per
    diversi interessi più favorevoli nel giudizio a Raffaello che a Miche-
    lagnolo. Ma non già era de' seguaci di costoro Sebastiano, perché
    essendo di squisito giudizio, conosceva apunto il valore di ciascuno.
15   Destatosi dunque l'animo di Michelagnolo verso Sebastiano, perché
    molto gli piaceva il colorito e la grazia di lui, lo prese in protezzione,
    pensando che se egli usasse l'aiuto del disegno in Sebastiano, si po-
    trebbe con questo mezzo, senza che egli operasse, battere coloro che
    avevano sì fatta openione, et egli, sotto ombra di terzo, giudic[ar]e
20   quale di loro fusse meglio. Stando le cose in questi termini et essendo
    molto, anzi in infinito, inalzate e lodate alcune cose che fece Sebastiano
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Edizione Torrentiniana
    Aveva in questo tempo preso in Roma Raffaello da Urbino nella pit-
    tura una fama sì grande, che molti amici et aderenti suoi dicevano che le
    pitture di lui erano di quelle di Michele Agnolo, secondo l'ordine della
25   pittura, più vaghe di colorito, più belle d'invenzione, e d'arie più
    vezzose e di corrispondente disegno, talché quelle di Michele Agnolo
    Buonaroti non avevano, dal disegno in fuori, nessuna di queste parti. E
    per questa cagione giudicavano Raffaello essere nella pittura, se non
    più eccellente di lui, almeno pari, ma nel colorito volevano che in ogni
30   modo lo passasse. Questi umori, seminati per molti artefici che più ade-
    rivano alla grazia di Raffaello che alla profondità di Michele Agnolo,
    erano divenuti per lo interesso più favorevoli nel giudicio a Raffaello
    che a Michele Agnolo. Per il che destato l'animo di Michele Agnolo
    verso Sebastiano, piacendogli molto il colorito di lui, lo prese in protez-
35   zione, pensando che, se egli usasse lo aiuto del disegno in Sebastiano, si
    potrebbe con questo mez[z]o, senza che egli operasse, battere coloro che
    tenevano tale opinione, et egli, sotto ombra di terzo, giudicare quali di
    loro facesse meglio. Furono questi umori nutriti gran tempo così in molte
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