Volume 5

Edizione Giuntina
    non l'abbandonò mai; onde credono alcuni, ma però non ne sanno
    altro, che Lionardo vi lavorasse di sua mano, o almeno aiutasse Gio-
    vanfrancesco col consiglio e buon giudizio suo. Queste statue, le qua-
    li sono le più perfette e meglio intese che siano state mai fatte di
5   bronzo da maestro moderno, furono gettate in tre volte e rinette nella
    detta casa dove abitava Giovanfrancesco nella via de' Martelli, e così
    gl'ornamenti di marmo che sono intorno al San Giovanni, con le due
    colonne, cornici et insegna dell'Arte de' Mercatanti. Oltre al San
    Giovanni, che è una figura pronta e vivace, vi è un zuccone grassotto,
10   che è bellissimo; il quale, posato il braccio destro sopra un fianco,
    con un pezzo di spalla nuda, e tenendo con la sinistra mano una carta
    dinanzi agl'occhi, ha sopraposta la gamba sinistra alla destra, e sta in
    atto consideratissimo per rispondere a San Giovanni, con due sorti
    di panni vestito: uno sottile, che scherza intorno alle parti ignude
15   della figura, et un manto di sopra più grosso, condotto con un andar
    di pieghe che è molto facile et artifizioso. Simile a questo è il Fariseo,
    perciò che, postasi la man destra alla barba, con atto grave, si tira al-
    quanto a dietro, mostrando stupirsi delle parole di Giovanni.
    Mentre che il Rustici faceva quest'opera, essendogli venuto a noia
20   l'avere a chiedere ogni dì danari ai detti Consoli o loro ministri, che
    non erano sempre que' medesimi, e sono le più volte persone che
    poco stimano virtù o alcun'opera di pregio, vendé (per finire l'opera)
    un podere di suo patrimonio, che avea poco fuor di Firenze a San
    Marco Vecchio. E non ostanti tante fatiche, spese e diligenze, ne fu
25   male dai Consoli e dai suoi cittadini rimunerato; perciò che uno de'
    Ridolfi, capo di quell'uffizio, per alcun sdegno particolare e perché
    forse non l'aveva il Rustico così onorato né lasciatogli vedere a suo
    commodo le figure, gli fu sempre in ogni cosa contrario. E quello
    che a Giovanfrancesco dovea risultare in onore, faceva il contrario e
30   storto, però che dove meritava d'essere stimato non solo come nobile
    e cittadino, ma anco come virtuoso, l'essere eccellentissimo artefice
    gli toglieva appresso gl'ignoranti et idioti di quello che per nobiltà
    se gli doveva. Avendosi dunque a stimar l'opera di Giovanfrancesco,
    et avendo egli chiamato per la parte sua Michelagnolo Buonarroti, il
35   magistrato, a persuasione del Ridolfi, chiamò Baccio d'Agnolo. Di
    che dolendosi il Rustico e dicendo agl'uomini del magistrato nell'u-
    dienza che era pur cosa troppo strana che un artefice legnaiuolo aves-
    se a stimare le fatiche d'uno statuario, e quasi che egli erano un mon-
    te di buoi, il Ridolfi rispondeva che anzi ciò era ben fatto e che Gio-
40   vanfrancesco era un superbaccio et un arrogante. Ma quello che fu
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