Volume 5

Edizione Giuntina
    appresso il quale dimorando un fiamingo chiamato Giovanni, il quale
    era maestro eccell[ente] di far vagamente frutti, foglie e fiori similissi-
    mi al naturale, se bene di maniera un poco secca e stentata, da lui impa-
    Giovanni da Udine a fargli belli come il maestro, e, che è più, con
5   una certa maniera morbida e pastosa, la quale il fece in alcune cose,
    come si dirà, riuscire eccellentissimo. Imparò anco a far paesi con
    edifizii rotti, pezzi d'anticaglie, e così a colorire in tele paesi e verzure,
    nella maniera che si è dopo lui usato non pur dai Fiamminghi, ma
    ancora da tutti i pittori italiani.
10   Raffaello adunque, che molto amò la virtù di Giovanni, nel fare la
    tavola della Santa Cecilia che è in Bologna, fece fare a Giovanni un
    organo che ha in mano quella Santa, il quale lo contrafé tanto bene
    dal vero che pare di rilievo, et ancora tutti gli strumenti musicali
    che sono a' piedi di quella Santa; e quello che importò molto più,
15   fece il suo dipinto così simile a quello di Raffaello, che pare d'una
    medesima mano. Non molto dopo, cavandosi da San Piero in Vincola
    fra le ruine et anticaglie del palazzo di Tito per trovar figure, furono
    ritrovate alcune stanze sotterra, ricoperte tutte e piene di grotteschi-
    ne, di figure piccole e di storie, con alcuni ornamenti di stucchi bassi.
20   Per che andando Giovanni con Raffaello, che fu menato a vederle,
    restarono l'uno e l'altro stupefatti della freschezza, bellezza e bontà
    di quell'opere, parendo loro gran cosa ch'elle si fussero sì lungo tempo
    conservate: ma non era gran fatto, non essendo state tócche né vedu-
    te dall'aria, la quale col tempo suole consumare, mediante la varietà
25   delle stagioni, ogni cosa. Queste grottesche adunque (che grottesche
    furono dette dell'essere state entro alle grotte ritrovate), fatte con
    tanto disegno, con sì varii e bizarri capricci, e con quegli ornamenti
    di stucchi sottili, tramezzati da varii campi di colori, con quelle sto-
    riettine così belle e leggiadre, entrarono di maniera nel cuore
30   e nella mente a Giovanni, che datosi a questo studio, non si contentò
    d'una sola volta o due disegnarle e ritrarle; e riuscendogli il farle con
    facilità e con grazia, non gli mancava se non avere il modo di fare
    quelli stucchi sopra i quali le grottesche erano lavorate. Et ancorché
    molti innanzi a lui, come s'è detto, avessono ghiribizzatovi sopra, sen-
35   za aver altro trovato che il modo di fare al fuoco lo stucco con gesso,
    calcina, pece greca, cera e matton pesto, et a metterlo d'oro, non però
    avevano trovato il vero modo di fare gli stucchi simili a quelli che si
    erano in quelle grotte e stanze antiche ritrovati. Ma facendosi allora
    in S. Pietro gl'archi e la tribuna di dietro, come si disse nella Vita di
40   Bramante, di calcina e pozzolana, gettando ne' cavi di terra tutti
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