Volume 5

Edizione Giuntina
    oltre ciò fatto una gocciola di marmo tutta traforata e con un gruppo
    di putti e fogliami stupendi, sopra la quale (che ha da essere posta
    in Duomo) va una statua di marmo di papa Pio IIII de' Medici, mi-
    lanese. Ma se in quel luogo fusse lo studio di quest'arti che è in Ro-
5   ma e in Firenze, arebbono fatto e farebbono tuttavia questi valentuo-
    mini cose stupende. E nel vero hanno al presente grand'obligo al
    cavaliere Leone Leoni aretino, il quale, come si dirà, ha speso assai
    danari e tempo in condurre a Milano molte cose antiche, formate di
    gesso per servizio suo e degl'altri artefici.
10   Ma tornando ai pittori milanesi, poi che Lionardo da Vinci vi ebbe
    lavorato il Cenacolo sopradetto, molti cercarono d'imitarlo, e questi
    furono Marco Uggioni et altri, de' quali si è ragionato nella Vita di
    lui. Et oltre quelli lo imitò molto bene Cesare da Sesto, anch'egli
    milanese, e fece, più di quel che s'è detto nella Vita di Dosso, un gran
15   quadro che è nelle case della Zecca di Milano, dentro al quale, che è
    veramente copioso e bellissimo, Cristo è battezzato da Giovanni. È
    anco di mano del medesimo nel detto luogo una testa d'una Erodiade
    con quella di San Giovanni Battista in un bacino, fatte con bellissi-
    mo artificio; e finalmente dipinse costui in San Rocco, fuor di Porta
20   Romana, una tavola, dentrovi quel Santo molto giovane, et alcuni
    quadri che son molto lodati.
    Gaudenzio pittor milanese, il quale mentre visse si tenne valen-
    tuomo, dipinse in San Celso la tavola dell'altar maggiore; et a fresco
    in Santa Maria delle Grazie, in una capella, la Passione di Gesù
25   Cristo in figure quanto il vivo, con strane attitudini; e dopo fece,
    sotto questa capella, una tavola a concorrenza di Tiziano, nella quale,
    ancorché egli molto si persuadesse, non passò l'opere degl'altri che
    avevano in quel luogo lavorato.
    Bernardino del Lupino, di cui si disse alcuna cosa poco di sopra,
30   dipinse già in Milano vicino a San Sepolcro la casa del signor Gian-
    francesco Rabbia, cioè la facciata, le logge, sale e camere, facendovi
    molte Trasformazioni d'Ovidio et altre favole con belle e buone figu-
    re, e lavorate dilicatamente; et al Munistero maggiore dipinse tutta la
    facciata grande dell'altare con diverse storie; e similmente, in una
35   capella, Cristo battuto alla colonna, e molte altre opere, che tutte so-
    no ragionevoli.
    E questo sia il fine delle sopradette Vite di diversi artefici lom-
    bardi.
- pagina 435 -
pagina precedentepagina successiva