Volume 5

Edizione Giuntina
    Nunziata piccoletta per un suo amico sarto; ma essendo morto il
    sarto prima che fusse finita, l'opera si rimase in mano di Iacopo, che
    allora stava con Mariotto, il quale n'aveva vanagloria e la mostrava
    per cosa rara a chiunche gli capitava a bottega. Onde venendo di
5   que' giorni a Firenze Raffaello da Urbino, vide l'opera et il giovi-
    netto che l'avea fatta, con infinita maraviglia, profetando di Iacopo
    quello che poi si è veduto riuscire. Non molto dopo essendo Mariotto
    partito di Firenze et andato a lavorare a Viterbo la tavola che fra'
    Bartolomeo vi aveva cominciata, Iacopo, il quale era giovane malin-
10   conico e soletario, rimaso senza maestro, andò da per sé a stare con
    Andrea del Sarto, quando apunto egli avea fornito nel cortile de' Servi
    le storie di San Filippo, le quale piacevano infinitamente a Iacopo,
    sì come tutte l'altre cose e la maniera e disegno d'Andrea. Datosi
    dunque Iacopo a far ogni opera d'immitarlo, non passò molto che si
15   vide aver fatto acquisto maraviglioso nel disegnare e nel colorire, in-
    tantoché alla pratica parve che fusse stato molti anni all'arte. Ora
    avendo Andrea di que' giorni finita una tavola d'una Nunziata per la
    chiesa de' frati di San Gallo, oggi rovinata, come si è detto nella sua
    Vita, egli diede a fare la predella di quella tavola a olio a Iacopo, il
20   quale vi fece un Cristo morto con due Angioletti che gli fanno lume
    con due torce e lo piangono, e dalle bande in due tondi due Profeti,
    i quali furono così praticamente lavorati, che non paiono fatti da gio-
    vinetto, ma da un pratico maestro. Ma può anco essere, come dice
    il Bronzino ricordarsi avere udito da esso Iacopo Puntormo, che in
25   questa predella lavorasse anco il Rosso. Ma sì come a fare questa pre-
    della fu Andrea da Iacopo aiutato, così fu similmente in fornire molti
    quadri et opere che continuamente faceva Andrea.
    In quel mentre, essendo stato fatto sommo Pontefice il
    cardinale Giovanni de' Medici e chiamato Leone Decimo, si face-
30   vano per tutta Fiorenza dagl'amici e divoti di quella Casa molte armi
    del Pontefice, in pietre, in marmi, in tele et in fresco. Per che vo-
    lendo i frati de' Servi fare alcun segno della divozione e servitù loro
    verso la detta Casa e Pontefice, fecero fare di pietra l'arme di esso
    Leone e porla in mezzo all'arco del primo portico della Nunziata, che
35   è in sulla piazza; e poco appresso diedero ordine che ella fusse da
    Andrea di Cosimo pittore messa d'oro e adornata di grottesche, delle
    quali era egli maestro eccellente, e dell'imprese di casa Medici, et
    oltre ciò messa in mezzo da una Fede e da una Carità. Ma conoscendo
    Andrea di Cosimo che da sé non poteva condurre tante cose, pensò
40   di dare a fare le due figure ad altri; e così chiamato Iacopo, che allora
- pagina 308 -
pagina precedentepagina successiva