Volume 5

Edizione Giuntina
    durano quasi in perpetuo, che le grande e magnifiche fabbriche e
    edifizii? E di tante spese che fecero gl'antichi Romani, allora che
    furono nel maggior colmo della grandezza loro, che altro n'è rimaso
    a noi, con eterna gloria del nome romano, che quelle reliquie di edi-
5   fizii che noi come cosa santa onoriamo e come sole bellissime c'in-
    gegniamo d'imitare? Alle quali cose quanto avessero l'animo vòlto
    alcuni principi che furono al tempo d'Antonio Sangallo architettore
    fiorentino, si vedrà ora chiaramente nella Vita che di lui scriviamo.
    Fu dunque figliuolo Antonio di Bartolomeo Picconi di Mugello,
10   bottaio; et avendo nella sua fanciullezza imparato l'arte del legnaiuo-
    lo, si partì di Fiorenza, sentendo che Giuliano da San Gallo suo zio
    era in fac[c]ende a Roma insieme con Anton suo fratello: per che,
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Edizione Torrentiniana
    i grandissimi intelletti degli uomini. E nel vero, quando tali ingegni ven-
    gono al mondo, e tali e tanti benefici gli fanno, ha grandissimo torto la
15   crudeltà della morte a impedirli il corso della vita; ancora che non potrà
    ella però già mai, con ogni sua invidia, troncare la gloria e la fama di que-
    gli eccellenti, consecrati alla eternità: la onorata memoria de' quali
    (mercè degli scrittori) si andrà continuamente perpetuando di lingua in
    lingua, a dispetto della morte e del tempo, come le stesse fabbriche e
20   scritti del chiarissimo Antonio da San Gallo. Il quale nella architettura
    fu tanto illustre e mirabile, et in ogni sua opera considerato sì, che per le
    sue fatiche merita non minor fama di qualsivoglia architetto antico o mo-
    derno, considerando quanto di valore e di grandissimo animo fosse. Era
    costui nel discorrere le cose eloquente e saputo, nel risolverle savissimo e
25   presto, e in esequirle molto sollecito; né mai fu architetto moderno che
    tanti uomini tenesse in opra, né che più risolutamente in esercizio gli
    facesse operare. Aveva tanta pratica, per la moltitudine dell'opere in-
    finite che aveva fatte, et era il giudicio di esso tanto sano e maraviglioso
    nel conoscere le cose ben misurate, che e' pareva certo impossibile che in-
30   gegno umano sapesse tanto. Tenne continuo gli occhi nelle cose che fece,
    che non uscissero fuor de' termini e misure di Vitruvio, e continuamente
    infin che morì studiò quello, e veramente lo mostrò d'intendere nella mara-
    vigliosa fabbrica e nel modello di San Pietro, come a suo luogo di-
    remo.
35   Fu figliuolo Antonio di Bartolomeo Picconi di Mugello, bottaio; il
    quale nella sua fanciullezza imparando l'arte del legnaiuolo, si partì
    di Fiorenza, sentendo che Giuliano da San Gallo suo zio era in fac[c]en-
    de a Roma insieme con Anton suo fratello; per il che, da bonissimo animo
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