Volume 5

Edizione Giuntina
    perché, venuto in Arezzo messer Paolo Valdambrini segre-
    tario di papa Clemente Settimo, che, tornando di Francia in poste,
    passò per Arezzo per vedere i fratelli e ' nipoti, l'andò Giovan An-
    tonio a visitare; onde messer Paolo, che era disideroso che in quella
5   sua città fussero uomini rari in tutte le virtù, i quali mostrassero
    gl'ingegni che dà quell'aria e quel cielo a chi vi nasce, confortò Gio-
    van Antonio, ancorché molto non bisognasse, a dovere andar seco a
    Roma, dove gli farebbe avere ogni commodità di poter attendere
    agli studi dell'arte.
10   Andato dunque con esso messer Paolo a Roma, vi trovò Perino,
    il Rosso et altri amici suoi, et oltre ciò gli venne fatto, per mezzo di
    messer Paolo, di conoscere Giulio Romano, Bastiano Viniziano e
    Francesco Mazzuoli da Parma, che in que' giorni capitò a
    Roma. Il quale Francesco dilettandosi di sonare il liuto, e perciò
15   ponendo grandissimo amor a Giovanni Antonio, fu cagione, col pra-
    ticare sempre insieme, che egli si mise con molto studio a disegnare
    e colorire et a valersi dell'occasione che aveva d'essere amico ai mi-
    gliori dipintori che allora fussero in Roma. E già avendo quasi con-
    dotto a fine un quadro, dentrovi una Nostra Donna grande quanto
20   è il vivo, il quale voleva messer Paolo donare a papa Clemente per
    fargli conoscere il Lappoli, venne, sì come volle la fortuna che spesso
    s'attraversa a' disegni degli uomini, a sei di maggio l'anno 1527, il
    sacco infelicissimo di Roma; nel quale caso correndo messer Paulo
    a cavallo e seco Giovan Antonio alla porta di Santo Spirito in Tra-
25   stevere, per far opera che non così tosto entrassero per quel luogo i
    soldati di Borbone, vi fu esso messer Paolo morto, et il Lappoli
    fatto prigione dagli Spagnuoli. E poco dopo, messo a sacco ogni cosa,
    si perdé il quadro, i disegni fatti nella cappella e ciò che aveva il
    povero Giovan Antonio; il quale, dopo molto essere stato tormentato
30   dagli Spagnuoli perché pagasse la taglia, una notte in camicia si fuggì
    con altri prigioni; e mal condotto e disperato, con gran pericolo della
    vita, per non esser le strade sicure, si condusse finalmente in Arezzo,
    dove ricevuto da messer Giovanni Polastra, uomo litteratissimo, che
    era suo zio, ebbe che fare a riaversi, sì era mal condotto per lo stento
35   e per la paura. Dopo, venendo il medesimo anno in Arezzo sì gran
    peste che morivano 400 persone il giorno, fu forzato di nuovo Gio-
    van Antonio a fuggirsi tutto disperato e di mala voglia e star fuora
    alcuni mesi. Ma cessata finalmente quella influenza, in modo che si
    poté cominciare a conversare insieme, un fra' Guasparri conven-
40   tuale di San Francesco, allora guardiano del convento di quella città,
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