Volume 4

Edizione Giuntina
    ancor fanciullo il valore e la virtù di Michelagnolo e quanto crescen-
    do fusse per produrre grandissimi frutti, non sapeva mai lavarsegli
    dattorno, anzi con sommessione et osservanza incredibile s'ingegnò
    sempre di andar secondando quel cervello, di maniera che Michela-
5   gnolo fu forzato amarlo sopra tutti gl'altri amici, et a confidar tanto
    in lui che a niuno più volentieri che al Granaccio conferì mai le
    cose né comunicò tutto quello che allora sapeva nell'arte. E così
    essendo ambidue stati insieme di compagnia in bottega di Domenico
    Grillandai, avvenne, perché il Granacci era tenuto dei giovani del
10   Grillandai il migliore e quegli che avesse più grazia nel colorire a
    tempera e maggior disegno, che egli aiutò a Davitte e Benedetto
    Grillandai, fratelli di Domenico, a finire la tavola dell'altare maggiore
    di Santa Maria Novella, la quale per la morte di esso Domenico
    era rimasa imperfetta; nel quale lavoro il Granaccio acquistò assai.
15   E dopo fece, della medesima maniera che è detta tavola, molti qua-
    dri che sono per le case de' cittadini, et altri che furono mandati
    di fuori. E perché era molto gentile e valeva assai in certe galanterie
    che per le feste di carnovale si facevano nella città, fu sempre in
    molte cose simili dal magnifico Lorenzo de' Medici adoperato, ma
20   particolarmente nella mascherata che rappresentò il trionfo di Paulo
    Emilio della vittoria che egli ebbe di certe nazzioni straniere; nella
    quale mascherata, piena di bellissime invenzioni, si adoperò talmente
    il Granacci, ancorché fusse giovinetto, che ne fu sommamente lo-
    dato. Né tacerò qui che il detto Lorenzo de' Medici fu primo inven-
25   tore, come altra volta è stato detto, di quelle mascherate che rappre-
    sentano alcuna cosa - e sono detti a Firenze Canti -, non si trovando
    che prima ne fussero state fatte in altri tempi.
    Fu similmente adoperato il Granacci l'anno 1513, negl'apparati
    che si fecero magnifici e sontuosissimi per la venuta di papa Leone
30   Decimo de' Medici, da Iacopo Nardi, uomo dottissimo e di bellissi-
    mo ingegno; il quale, avendogli ordinato il magistrato degl'Otto di
    Pratica che facesse una bellissima mascherata, fece rapresentare il
    trionfo di Camillo: la quale mascherata, per quanto apparteneva al
    pittore, fu dal Granacci tanto bene ordinata aùbbellezza et adorna
35   che meglio non può alcuno immaginarsi; e le parole della canzona
    che fece Iacopo cominciavano:
    Contempla in quanta gloria sei salita,
    Felice, alma Fiorenza,
    Poi che dal ciel discesa,...
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